"Sì" al blocco del turn over e rinviati i tagli a enti e partecipate: è questo il principale risultato di un'altra giornata di scontri all'Ars per l'approvazione della Finanziaria regionale. Nonostante le prime tensioni, il governo Musumeci si vede approvata una delle norme più contestate, evitandone così la riscrittura.
Come spiega Giacinto Pipitone in un articolo sul Giornale di Sicilia, le limitazioni al turn over sono il frutto dell’accordo che la Regione ha firmato con lo Stato per ottenere la possibilità di spalmare il maxi disavanzo del 2018 in dieci anni invece che 3. Ciò ha svincolato 421 milioni subito spendibili ma ha costretto a un piano di risanamento che ha il suo pilastro nella norma approvata ieri sul personale.
Il primo punto è proprio il blocco totale del turn over per i dirigenti fino al 2023. Anche gli enti regionali vedono limitata la possibilità di fare assunzioni: potranno coprire al massimo il 50% dei posti che si libereranno in pianta organica ma solo se contemporaneamente ridurranno del 3% la spesa rispetto ai livelli del 2020.
E passa anche il secondo articolo, anche questo molto discusso, ossia i tagli chiesti da Roma: prevedeva un taglio generalizzato del 3% a tutte le spese di enti, partecipate e strutture della galassia regionale. In più il testo consente di tagliare del 30% il compenso agli amministratori, portandolo genericamente da 50 mila ma 35 mila euro.
L'articolo completo sul Giornale di Sicilia.
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