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Dpcm e strategia di Draghi: chiusure rapide e mirate, Italia sempre più rossa e arancione

Il premier Mario Draghi

La strategia del governo, dopo la firma del primo Dpcm di Mario Draghi, ormai è chiara: interventi tempestivi e mirati, per combattere le varianti Covid. Sempre più zone arancioni rafforzate o rosse locali, per isolare i focolai e contrastare il contagio.

Il presidente del Consiglio non stravolge le misure già esistenti, anzi in gran parte le conferma e si attiene alle indicazioni del Cts anche sul tema spinoso delle scuole. Ora, viene concordato nella cabina di regia che si riunisce di primo mattino a Palazzo Chigi, si proseguirà con un attento monitoraggio dell'andamento delle varianti. La scelta è fornire ai governatori gli strumenti per contrastare il diffondersi del contagio con efficacia e rapidità: l'Italia, sintetizza un ministro, nelle prossime settimane si tingerà sempre più di arancione e rosso, ma con misure mirate, laddove necessario, senza riportare le lancette indietro al lockdown generalizzato del marzo 2020.

Dopo aver riorganizzato la struttura di gestione del dossier vaccini, il premier chiude il suo primo Dpcm e dando il segno di un lavoro di squadra, sceglie di farlo presentare in una conferenza stampa nel cortile di Palazzo Chigi ai ministri competenti, Roberto Speranza e Maria Stella Gelmini, e ai due esperti Silvio Brusaferro e Franco Locatelli. Draghi dovrebbe intervenire personalmente presto e parlare ai cittadini anche del dossier Covid. Ma intanto lascia che siano ministri e scienziati a illustrare le misure concordate in una cabina di regia allargata e nelle riunioni con gli enti locali.

La preoccupazione che trapela dalla riunione di Palazzo Chigi e dai dati degli scienziati sul diffondersi delle varianti, in particolare quella brasiliana, dà il segno di settimane ancora difficili davanti. Nella cabina di regia c'è chi, come Elena Bonetti, caldeggia la limitazione il più possibile della didattica a distanza. E chi, al contrario, come Roberto Speranza, Dario Franceschini, Stefano Patuanelli, chiede di chiudere anche i centri commerciali e i negozi laddove si chiudono le scuole.

Il premier sceglie di seguire le indicazioni del Cts, consentendo la chiusura degli istituti laddove ci siano situazioni eccezionali. Per le prossime settimane il dibattito promette di rianimarsi: una delle ipotesi già sul tavolo sarebbe quella di strette mirate nei weekend. Ed è cruciale, come fanno notare gli scienziati, garantire il contenimento dei contagi, mentre si accelera la campagna vaccinale.

"Giorno dopo giorno" si valuterà la situazione, dice Speranza senza escludere nuovi interventi. Il nuovo tavolo con le Regioni sul monitoraggio valuterà se ridefinire i parametri delle chiusure. In vista della scadenza del 6 aprile il governo dovrebbe puntare su un decreto legge e non più su un dpcm. Il provvedimento di ieri, dicono fonti ministeriali, "è un passaggio intermedio, tanto dipenderà dall'evoluzione della curva nelle prossime settimane, di sicuro i colori dell'Italia sono destinati a cambiare".

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