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Governo, Fico stringe sui tempi e il Quirinale chiede continuità sui ministeri

La riunione, nella sala della Lupa di Montecitorio, del tavolo di lavoro convocato dal presidente della Camera Roberto Fico

Roberto Fico cerca un'accelerazione per poter tornare domani pomeriggio dal presidente Sergio Mattarella con un'indicazione chiara. Restano altre 24 ore e fonti parlamentari ricordano che il Quirinale, alle consultazioni della settimana scorsa, aveva già definito un perimetro spiegando ai suoi interlocutori che avrebbe vigilato per cercare continuità d'azione per i ministeri chiave.

Quelli che insistono sulle emergenze identificate da tutte le forze politche, cioè la crisi sanitaria con l'esigenza di un imponente e rapido piano vaccinale e l'approvazione e l'esecuzione del Recovery plan. Una vigilanza già nota e che rientra nei poteri del presidente della Repubblica che sulla scelta dei ministri ha diritto d'interlocuzione.

È ovvio che l'impostazione del presidente viene confermata anche per la partenza di quello che sarà, ove mai si realizzasse, a tutti gli effetti un nuovo governo. Mentre vanno avanti gli sforzi del presidente della Camera è da registrare un'uscita di Matteo Renzi che ha assicurato nella sua Enews che che "alla fine di questa settimana ci sarà il nuovo Governo". "Dovrà essere all'altezza delle sfide di questo periodo. E dovrà essere un governo di persone capaci e meritevoli". Ma ha insistito sulla pre-condizione di elaborare subito un programma: "va deciso adesso", ha ribadito.

Si profila quindi anche un braccio di ferro sulla necessità o meno di un documento per il quale Italia viva preme. Una sottolineatura che va contro quanto emerge da molte forze che tentano di comporre la maggioranza secondo le quali la riunione del tavolo sul programma del governo non dovrebbe concludersi con un documento scritto. Lo hanno riferito Bruno Tabacci, leader di Cd, e Antonio Tasso, capogruppo del Maie alla Camera.

E sulla stessa linea si attesta LeU. "Non ci sarà alcun documento alla fine della riunione - ha spiegato Tasso - che serve piuttosto a verificare se non ci sono condizioni ostative ad andare avanti con le intese sul nome da indicare al presidente Mattarella per l'incarico".

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