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Governo, Salvini: "Non c'è più fiducia". Di Maio: "Noi colpiti alle spalle"

Aumentano le tensioni nel governo. «Purtroppo sì, si è persa (la fiducia, ndr) anche a livello personale. Perché io mi sono fidato per mesi e mesi», dice il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha risposto ad Helsinki ai cronisti che gli chiedevano se fosse venuta meno la fiducia tra alleati di governo. Alla domanda se sia possibile ricucire Salvini ha replicato: «Tutto è possibile speravo che dopo il voto si placassero le polemiche. In ogni caso noi siamo gli ultimi ad essere attaccati alla poltrona, se ci dovessimo rendere conto che non si riesce a lavorare».

«Siamo stati colpiti alle spalle. Le offese e le falsità dette nelle ultime 48 ore contro il M5S non hanno precedenti. Anche contro di me. Un mare di fake news solo per screditarci, quel che è accaduto è gravissimo», avrebbe detto, dalla sua, Luigi Di Maio in una riunione con i capigruppo e alcuni esponenti M5s, tra cui Buffagni e Fraccaro.

Per spiegare come questo rapporto di fiducia sia ormai rotto, Salvini ha utilizzato proprio la vicenda dei fondi russi. «Quando ci sono state vicende che hanno toccato i 5s non sono mai entrato nel merito, se hanno toccato padri e fratelli non ho mai detto mezza parola perché mi fido di chi governa con me - ha detto - sarebbe bello che si fidassero di me anche loro, quando dico che non abbiamo mai visto una lira, un dollaro, un rublo».

In ogni caso Salvini ha sottolineato che andrà «presto in Parlamento. Ma a dire quello che dico da settimane, nelle formule che verranno condivise. Non c'è niente di diverso che possa dire da quello che ho già detto, non abbiamo mai chiesto e ricevuto nulla».

La sensazione nel Movimento 5 stelle è che la Lega stia bluffando, che Salvini stia alzando il tiro senza però voler strappare. Sulla pagina di Salvini è un continuo attacco a Di Maio, il tentativo - questo il ragionamento - è quello di destabilizzare M5s e il quadro politico per uscire dall’accerchiamento in cui si è cacciata la Lega dopo l’'affaire Metropol'.

Il ministro dello Sviluppo e del Lavoro ha risposto al responsabile del Viminale convocando i suoi a palazzo Chigi, ha parlato di una pugnalata alle spalle. Anche tra i pentastellati ci sono mediatori in azione: alla Lega è stato riferito che non c'è l’intenzione di andare alla crisi, che occorre lavorare sui provvedimenti. Tuttavia al di là della questione russa è proprio sui nodi sul tavolo che al momento non si registrano passi avanti.

Potrebbero esserci domani sull'autonomia, anche se il premier Conte vuole approfondire ogni punto - soprattutto sulla scuola - prima di dare un via libera al dossier. A palazzo Chigi - non ci sarà Salvini - potrebbe arrivare il via libera alla convocazione dei governatori e magari anche ad un primo passaggio in Parlamento. In ogni caso dal Movimento 5 stelle si fa presente che è la Lega a bloccare i lavori, che sul decreto sicurezza M5s si sta comportando in maniera leale. Quando invece il partito di via Bellerio non ha firmato ancora la pdl sulla commissione d’inchiesta sul finanziamento ai partiti, non ha presentato un testo sulla flat tax e sulla vicenda dei presunti finanziamenti russi continua a tergiversare, a sviare l’attenzione.

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