I grillini restano il primo partito ma perdono 17 punti rispetto alle Politiche di un anno fa. La Lega è ormai leader di un nuovo centrodestra che sposta il proprio asse verso Salvini e la Meloni anche nell'Isola. Forza Italia regge il confronto e Micciché vince la partita interna per la leadership fra i berlusconiani.
Questo hanno detto le elezioni nell'Isola. I voti di lista indicano che c'è un nuovo equilibrio nella maggioranza. La Lega è al 20,7%, Fratelli d'Italia si attesta al 7,6. Insieme sono oltre 11 punti sopra a Forza Italia e centristi che, uniti in un'unica lista, si sono fermati al 16,9%.
Ma soprattutto, Lega e Fratelli d'Italia insieme a Diventerà Bellissima di Musumeci erano all'11 per cento dopo le Regionali di un anno e mezzo fa e ora sono oltre il 28%. Non è un mistero che Musumeci, pur non schierandosi apertamente, guardava con interesse al risultato di Lega e Fratelli d'Italia, ponendosi da tempo come interlocutore di quest'area.
E non a caso adesso il presidente della Regione si augura un più forte rapporto col governo nazionale a trazione leghista. Il presidente della Regione progetta ormai apertamente la propria ricandidatura e il rapporto privilegiato con Salvini lo avvantaggia rispetto a ipotetici concorrenti di area moderata.
Gianfranco Micciché ha vinto la sfida interna. C'era un vasto fronte - che fa capo agli ex Ncd, ai centristi e perfino all'assessore Gaetano Armao - che puntava a strappargli la segreteria. Ma la vittoria di Giuseppe Milazzo contro Saverio Romano rafforza il presidente dell'Ars, che ora prova a dettare la linea al partito anche a livello nazionale: “In Sicilia abbiamo preso il 16,9 per cento – ha detto Micciché – essendo l'unico argine alla deriva sovranista e populista di Lega e 5 Stelle. Se fosse stato così in tutta Italia il risultato del partito sarebbe stato migliore”.
I grillini conquistano il 31 per cento ma rispetto alle Politiche del marzo 2018 perdono 17 punti. Restano il primo partito dell'Isola ma Giancarlo Cancelleri, indiscusso leader regionale, non esita ad ammettere che “è il momento della valutazione politica e della programmazione di un significativo cambio di passo”.
In questo clima il Pd tira un sospiro di sollievo. Il 16,6% conquistato assicura due deputati e smentisce le pessimistiche previsioni dei sondaggi. Il segretario Davide Faraone sottolinea la crescita di 5 punti rispetto alle Politiche e anche lui definisce il proprio partito “l'unica alternativa ai sovranisti visto che – sono parole sue – grillini e Forza Italia sono stati cannibalizzati dalla Lega”.
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