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Finanziaria, il governo va avanti: via i tagli, niente esercizio provvisorio

Gaetano Armao con Nello Musumeci

Modificare la Finanziaria, cancellando i tagli o la maggior parte di essi. E sperando così di evitare il ricorso all’esercizio provvisorio, che tuttavia resta una ipotesi sul tappeto, caldeggiata da un gruppo non esiguo di assessori.

E’ l’esito della riunione d’urgenza della giunta, convocata da Musumeci a ora di pranzo per ritrovare l’intesa con i suoi assessori dopo il Ko di ieri sulla Finanziaria.

Musumeci non ha fatto dichiarazioni al termine della riunione, è ancora chiuso nel suo studio. Ma ciò che filtra è che sia l’assessore alle Attività Produttive, Mimmo Turano, sia il collega alle Infrastrutture Marco Falcone hanno ribadito che questa Finanziaria non si può portare avanti. Troppo cara dal punto di vista elettorale.

Turano avrebbe manifestato l’opportunità di un nuovo esercizio provvisorio, prendendo così tempo e sperando che da qui a fine aprile da Roma arrivi il via libera alla spalmatura in 30 anni del maxi disavanzo rilevato dalla Corte dei Conti. Si libererebbero così oltre 200 milioni e si potrebbero a quel punto cancellare i tagli previsti oggi.

Falcone ha invece pressato per cancellare i tagli ricorrendo a una mossa di finanza creativa: trattenere in Sicilia una quota di Iva che la Regione invece incassa solo per conto dello Stato. Si tratta di 280 milioni che pemetterebbero di cancellare del tutto i tagli. Anche se è scontato che poi lo Stato impugnerebbe la norma: nel frattempo però ci sarebbero tre mesi di tempo per trovare altre soluzioni.

Alla fine la giunta avrebbe deciso di percorrere la via suggerita da Falcone e dal presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona. L’assessore all’Economia, Gaetano Armao, è in questo momento impegnato a trovare una via giuridico-legislativa percorribile per presentare il relativo emendamento.

Restano forti i dubbi di un’altra fetta di assessori e dello stesso Armao. E per questo motivo nessuno esclude a priori che alla fine si debba ugualmente ricorrere all’esercizio provvisorio.

Palazzo d’Orleans ha invece smentito ipotesi di imminenti dimissioni. Voci circolate in mattinata che hanno però avuto l’effetto di mettere ansia nel centrodestra, uscito spaccato dalla giornata di ieri e in cerca di una riunificazione oggi.

“Il governo Musumeci prenda atto che perfino alcuni deputati della stessa maggioranza non condividono questa legge di stabilità che, come il PD ha ribadito più volte, colpisce il mondo del lavoro, le fasce sociali più deboli, la cultura, e non contiene nessuna misura per lo sviluppo”. Lo dice Giuseppe Lupo, capogruppo del PD all’Ars. “Questa manovra così com’è è un disastro – aggiunge - va riscritta in modo da liberare le risorse disponibili ed evitare tagli indiscriminati che affosserebbero la Sicilia. Il presidente Musumeci si assuma le sue responsabilità, abbia rispetto per il parlamento e venga in Aula a riferire sulla gravissima crisi della sua giunta invece di continuare a scaricare le colpe sugli altri”.

Sulle difficoltà sulla Finanziaria e sul blocco di ieri interviene intanto Michele Pivetti Gagliardi, presidente dell'Unione Monarchica italiana per la Regione Siciliana: "Quanto accaduto ieri in Assemblea Regionale conferma ancora una volta che la responsabilità tanto invocata dalle opposizioni parlamentari e l'amore sbandierato ai quattro venti per la Sicilia sono solo parole in libertà. Nel merito, approvare l'articolato sarebbe stato un gesto  utile alla Regione che finalmente avrebbe avuto un bilancio su cui contare. Adesso aspettiamo che gli equilibrismi politici dentro l'Aula e soprattutto fuori da questa ci consegnino il destino di milioni di siciliani. E' da irresponsabili chiedere le dimissioni del Presidente Musumeci e lo è ancora di più non votare il bilancio. Questa manfrina ai danni dei siciliani ha tutto il sapore della vendetta di taluni parlamentari che rifugiandosi nel voto segreto hanno mandato un segnale chiaro al governo regionale".

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