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Ars, rinviato il voto sulla finanziaria. M5S a Musumeci: "Governo tecnico, ma lasci Forza Italia"

L’Ars in tilt. Governo e maggioranza stanno cercando una exit strategy dopo la bocciatura in aula della norma della legge di stabilità che prevedeva di spalmare in tre anni il disavanzo da 544 milioni di euro, con conseguenti tagli al bilancio. Una soluzione non facile, tant'è che l’aula è stata rinviata alle 18. Non solo, c'è un altro colpo di scena all'orizzonte. E' arrivata a sorpresa l'apertura del Movimento Cinque Stelle nei confronti del presidente Musumeci ad appoggiare un governo tecnico, ma solo a patto che il governatore si "sbarazzi" di Forza Italia. 

“La bocciatura degli articoli 7 ed 1, cardini di questa disastrosa Finanziaria, è la lapalissiana dimostrazione dell’inconsistenza di questo governo, che non ha saputo difendere le norme fondanti dell’impianto normativo portato in aula. A scontarne le conseguenze, come al solito, saranno i siciliani, che attendono invano risposte da questo arrogante e presuntuoso esecutivo. A questo punto Musumeci ha poca scelta: o si libera dalle zavorre che lo frenano e scrive assieme a noi quattro riforme per salvare la Sicilia o vada a casa”  Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Francesco Cappello che, assieme ai suoi colleghi, nel tardo pomeriggio, ha incontrato i giornalisti nella sala stampa dell’Ars per una brevissima ed improvvisata conferenza stampa.
“Non ci interessano le poltrone – dice Cappello a nome del gruppo – ci interessa risolvere le tante emergenze di un’isola al collasso. Musumeci ne prenda atto”.

Il governo  era caduto di nuovo in aula. E al terzo Ko su appena tre votazioni il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha sospeso i lavori. E’ evidente che la situazione è fuori controllo, troppo forti i malesseri per i tagli e il mancato accoglimento delle proposte dei deputati.

Il nuovo ko è stato su una norma tecnica ma molto importante ai fini del bilancio. Il governo aveva accantonato 54 milioni in un fondo che doveva servire a coprire le rate di un primo maxi disavanzo da 1,6 miliardi scoperto dalla Corte dei Conti.

Col voto contrario, l’Ars ha bloccato questo accantonamento mettendo in serie difficoltà il governo. L’assessore Armao, uscendo dall’aula, si è mostrato furioso: “Da irresponsabili chiedere il voto segreto su questa norma”. Il governo ha anche chiesto di conoscere l’esito della votazione per individuare i probabili franchi tiratori.

A questo punto c’è il rischio che il governo debba ricorrere a un nuovo esercizio provvisorio fermando del tutto la Finanziaria. Almeno secondo il Pd è questa la soluzione essendo caduto uno degli articoli più importanti dell’impalcatura della manovra: “Senza questo articolo non si possono accantonare i fondi per risanare i debiti, una cosa espressamente chiesta dalla Corte dei Conti. A questo punto è dovere del governo fermarsi e chiedere la proroga dell’esercizio provvisorio evitando il taglio indiscriminato di svariati capitoli di spesa per settori importanti” ha detto il capogruppo Giuseppe Lupo. Ma Armao si è detto contrario: “Non firmerò mai una proroga dell’esercizio provvisorio”.

«Quando pensi di avere toccato il fondo, poi scopri che si può ancora scendere». Sicindustria commenta così l’iter di approvazione della finanziaria regionale, in corso all’Ars. «Lo spettacolo di questi giorni proposto da Governo e Parlamento regionale, che continuano a farsi la guerra sulla pelle dei siciliani, è davvero sconfortante - prosegue la nota degli industriali - soprattutto se si pensa che ciò avviene nell’anonimato grazie al voto segreto che mortifica il rapporto di trasparenza che deve esserci tra elettori ed eletti. La Regione sta mostrando tutta l’incapacità nel proporre una qualsiasi idea di sviluppo: in oltre 50 articoli non si trova un progetto di crescita, si prevedono tagli e poi nulla per invertire una rotta che sembra tragicamente segnata. Il rischio è, come al solito, quello che la montagna partorisca un topolino».

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