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Tagli a stipendi, 104 e portaborse: "marcia" contro gli sprechi di Musumeci e Miccichè alla Regione

PALERMO. Prima i tagli agli stipendi, poi la Legge 104, adesso i portaborse. Sprechi su sprechi alla Regione siciliana su cui sembrano essersi messi al lavoro sia il governatore Nello Musumeci che il presidente dell'Ars, Gianfranco Micciché.

L'avvio della polemica sulla legge 104, ovvero l'uso distorto che qualcuno fa della norma che prevede permessi speciali per gli impiegati che assistono un parente malato, prende il via mercoledì scorso, quando Musumeci, durante una conferenza stampa, riferisce che ci sono dipendenti della Regione che si sono fatti adottare da anziani malati per potere beneficiare della legge 104 per l'assistenza. "E' possibile che su 13 mila dipendenti, 2.350 usufruiscano della legge 104?", dice il presidente della Regione ai cronisti.

La vicenda riferita da Musumeci scatena le polemiche e arrivano subito le prese di posizione dei sindacati che chiedono di "non sparare nel mucchio". Ma il governatore parla di un fatto reale che Giacinto Pipitone racconta in un articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia oggi in edicola: un dipendente  adottato da uno zio disabile e grazie al quale non solo beneficia dei vantaggi della legge 104 ma è diventato anche impossibile trasferirlo dalla sua sede attuale.

Da qui la decisione di Palazzo d'Orleans di disporre verifiche nelle strutture regionali dell'Isola.

L'altra crociata contro gli sprechi regionali sembra averla avviata Gianfranco Micciché. Preso di mira, in particolare, il sistema dei portaborse (anche su questo c'è un approfondimento nelle pagine del Giornale di Sicilia in edicola).

L'intervento del numero uno di Palazzo dei Normanni è proprio sulla pioggia di assunzioni di collaboratori e portaborse effettuate dai gruppi parlamentari all’Assemblea regionale siciliana: "Scopro che all’Ars - scrive Micciché in un post su Facebook - sono state fatte molte 'assunzioni' di collaboratori dei deputati con fattispecie contrattuali inaudite. Da lunedì metterò mano a una riforma radicale di tutto questo sistema che ha ben tre bacini di precari: gli stabilizzati, i cosiddetti portaborse e i collaboratori previsti dal decreto Monti che destina 58mila euro ad ogni singolo parlamentare per circondarsi di ulteriori esperti. Così non può andare. Questo sistema deve essere cambiato”. Così il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, in un post su Facebook,

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