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Pd, trattative e tensioni sulle liste, l'adesione di Orlando agita le acque

Leoluca Orlando

ROMA. Lunga notte di incontri al Nazareno per Matteo Renzi prima con Andrea Orlando e poi con Michele Emiliano, per cercare un'intesa sulle liste per le politiche. I due esponenti della minoranza Pd hanno chiesto una rappresentanza nei collegi proporzionale ai voti ottenuti al congresso.

Ma il lavoro di composizione delle liste portato avanti da Renzi con Luca Lotti, Lorenzo Guerini, Ettore Rosato, Matteo Orfini, proseguirà poi con ogni probabilità anche questa mattina. Perciò la riunione della direzione del partito, che dovrà dare il via libera alle candidature, è slittata alle 16.
È fuori dalle liste, al momento, Yoram Gutgeld: l'economista e deputato renziano, che ha lavorato con il governo alla spending review, non dovrebbe essere ricandidato.

Le trattative ancora in corso tra Matteo Renzi e la minoranza Pd ha fatto saltare la presentazione della candidatura di Elena Maria Boschi a Bolzano. L'arrivo della sottosegretaria nel capoluogo altoatesino in un primo momento era atteso per questo pomeriggio, ma all'ultimo la seduta della direzione nazionale è stata spostata alle ore 16 per consentire al segretario di trovare un accordo soprattutto con gli orlandiani. Come si apprende, la Boschi a questo punto potrebbe venire a Bolzano solo lunedì prossimo.

E le certezze sono ancora per pochi. Largo ai nomi che sui territori portano voti, come Riccardo Illy in Friuli e Luciano D'Alfonso in Abruzzo. A rischio nomi di peso come Cesare Damiano e Beppe Fioroni. Richiamato in Italia, per blindare il Pd in Basilicata, il presidente dei Socialisti e democratici Gianni Pittella. Tra gli alleati Bruno Tabacci va a Milano, Emma Bonino farà forse 'tandem' con Paolo Gentiloni nel collegio Roma 1: il premier alla Camera, la leader radicale al Senato. Matteo Renzi centellina le informazioni, riceve pochi, non dà garanzie: regione per regione, migliaia di caselle da riempire. Bisogna sedare malumori dei territori e minoranze sul piede di guerra.

I Dem calabresi sono stati rinviati a oggi. In Campania, dove il leader Dem vuole in campo i nomi di avvocati che si battono sul terreno dei diritti, attendono ancora il responso definitivo i "campioni" di voti, che in giornata vanno e vengono dal Nazareno, come il figlio di Vincenzo De Luca, Piero, che potrebbe correre nel collegio di Salerno, e Franco Alfieri, ex sindaco di Agropoli noto per le "fritture" che suggeriva di offrire ai votanti al referendum.

I sardi - regione dove si registra forte agitazione - si presentano in gruppo, con in testa Renato Soru. Si fa vedere al Nazareno anche l'ex grillina Paola Pinna.

Nel frattempo ieri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha annunciato l'ingresso nel Pd. E sarà inevitabile un rimpasto in giunta. Ma nel partito di Renzi, l’operazione non è vista da tutti di buon occhio, anche per i contraccolpi interni che la candidatura del suo consigliere più fidato Fabio Giambrone avrà, togliendo il posto sicuro a qualcuno dei parlamentari uscenti. Giuseppe Lupo, presidente del gruppo all’Ars, parla di «una scelta che conferma la centralità del partito». Per Antonio Rubino, responsabile dell’organizzazione del partito, uomo vicino ad Antonello Cracolici, «il fatto politico merita un approfondimento immediato» e chiede la convocazione della direzione. Soddisfatti Dario Chinnici, capogruppo Pd al Comune, e Carmelo Miceli, segretario provinciale.

Quanto alla minoranza, la tensione è palpabile ed è ancora irrisolta, a tarda sera, la questione della rappresentanza, che vedrebbe i seggi sicuri fortemente sbilanciati in favore dei renziani. Emiliano viene descritto sul piede di guerra. Gli orlandiani sono parecchio agitati. La direzione che dovrà votare le liste si annuncia ad alta tensione.

Anche dentro Liberi e uguali le ore che precedono la chiusura delle liste sono di tensione. Problemi, per una vera e propria rivolta degli esponenti locali, in Sardegna, Sicilia e Abruzzo.
La protesta monta contro i candidati catapultati da fuori (gli abruzzesi lamentano l'innesto di Celeste Costantino, calabrese, e Danilo Leva, molisano). Pippo Civati, alla testa di Possibile, non esclude neanche una rottura in extremis, visto il "ridimensionamento" nelle liste. Dà forfait il medico di Lampedusa Pietro Bartolo, cui era stato offerto il collegio - incerto - di Pavia. "La situazione è meno drammatica di come la descrivono, stiamo chiudendo in queste ore", dice un dirigente di Mdp. Oggi Pietro Grasso dovrebbe annunciare la candidatura di un imprenditore del Nord e un rappresentante della società civile. Si fa il nome di Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero, azienda leader del bio, ma non avrebbe ancora sciolto la riserva. Rossella Muroni dovrebbe essere candidata in Puglia, mentre a sfidare Gentiloni nel collegio Roma 1 potrebbe andare Roberto Speranza. Grasso invece potrebbe correre all'uninominale nella sua Palermo, per trainare la lista di sinistra.

 

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