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Regionali, Di Maio: "Non è un test nazionale, è un referendum"

Luigi Di Maio

ROMA. Un nuovo intoppo in Sicilia rischia di appannare la scalata del M5s verso la conquista della regione e poi del governo nazionale. A pochi giorni dal raduno di Imola, dove verrà «incoronato» il candidato premier del Movimento, arriva infatti la decisione del Tribunale di Palermo che mette i bastoni tra le ruote nella corsa di Giancarlo Cancelleri alla guida della Regione, congelando il risultato delle 'Regionariè che lo avevano proclamato vincitore. Ma il blog di Beppe Grillo rassicura gli iscritti: «Il M5s in Sicilia ci sarà, non c'è nessun rischio caos». Il Movimento parteciperà alle elezioni, come previsto, e lo farà «seguendo le decisioni che verranno prese dal tribunale» che si pronuncerà di nuovo il prossimo 18 settembre. Prosegue quindi come se nulla fosse il nuovo tour siciliano di Luigi Di Maio con Giancarlo Cancelleri, mentre il sempre più accreditato candidato premier del Movimento si muove ormai come l’unico in corsa per il governo nazionale.

«Se i nostri iscritti vorranno individuare me come candidato premier ci sarò» ripete Luigi Di Maio che non svela ancora i possibili ministri che concorreranno a fare la squadra di governo. «Ne parleremo dopo il 25 settembre, farlo prima significherebbe fare il 'fantacalciò» dice respingendo i toto-nomine su Alessandro Di Battista, Barbara Lezzi e dell’ outsider Pier Camillo Davigo. I 5 Stelle, assicura, mirano ancora ad andare al governo senza fare alleanze ("nessuna affinità» con la Lega e niente «poltrone in cambio") e lo schema con cui corrono resta quello dell’"obiettivo 40%». Il 'miracolò resta sempre possibile: «Nel 2013 nessuno ci credeva e siamo arrivati ad essere il primo partito ed anche sul risultato del referendum nessuno si aspettava che finisse addirittura a 60 a 40%» ripete.

Di Maio si muove con circospezione in un contesto ancora bollente per quanto riguarda il futuro del Movimento: le attese regole per la determinazione del candidato premier tardano ad arrivare mentre ormai è tutto pronto per l’avvio della kermesse di Rimini dove, sabato 23 settembre, in serata verrà proclamato l'esito del 'referendum' sulla leadership. «Mancano solo 10 giorni e ci ritroveremo tutti lì» scandiscono Beppe Grillo e Davide Casaleggio in un video-spot apparso sul blog, pensato soprattutto per smentire frizioni, anzi il «gelo», tra i due leader pentastellati.

Il programma della tre giorni di Rimini, intanto, segnala poco dibattito e molta festa: la giornata di apertura sarà quasi interamente dedicata a musica, Dj set e giochi, con un torneo di calcetto tra «portavoce» nazionali, europei e comunali, sfide a squadre tra attivisti in un torneo di volley e ad un percorso a ostacoli che prevede di affrontare prove come «la parete del debito pubblico», «il toro dell’onestà», «i barattoli dei privilegi e dei vitalizi» e il «percorso della trasparenza». Sabato sarà la giornata delle «agorà» e solo alle 18 verrà aperto il palco ad interventi politici, culturali, ospiti internazionali che precederanno la proclamazione del candidato premier a inizio serata.

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