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Arrivano le dimissioni chieste da Grillo
Frangia non più vicesindaco, via Romeo
Il leader del M5S: ora si cambia marcia

Virginia Raggi con l'ormai ex vicesindaco Frongia

ROMA. "Daniele Frongia ha deciso di rinunciare al ruolo di vicesindaco mantenendo le deleghe alle politiche giovanili e allo sport, Salvatore Romeo si é dimesso da capo della segreteria politica". Così il sindaco di Roma Virginia Raggi in una nota.

La sindaca precisa che le dimissioni sono arrivate " dopo un confronto con il garante Beppe Grillo per dare un segno di cambiamento" e "al termine di due riunioni di maggioranza in cui erano presenti i consiglieri comunali, alcuni assessori e i presidenti dei Municipi di M5s".

Raggi, infine, precisa che " a breve sarà avviata una nuova due diligence su tutti gli atti già varati". L'ultimo riferimento segue ad una richiesta di Grillo di verifica stringente sulle decisioni prese da Raffaele Marra, capo del dipartimento del personale del Campidoglio arrestato ieri.

Intanto Beppe Grillo sul blog scrive: "Roma va avanti con Virginia Raggi sindaco del MoVimento 5 Stelle. Sono stati fatti degli errori che Virginia ha riconosciuto: si è fidata delle persone più sbagliate del mondo". E sottolinea: "Da oggi si cambia marcia. Bisogna riparare agli errori fatti per fugare ogni dubbio. L'attività fatta da persone che si sono dimostrate inaffidabili sarà attentamente vagliata e opportunamente annullata o riesaminata da cima a fondo".

"Governare Roma è più difficile di governare il Paese - continua Beppe Grillo -. Lo sapevamo e non intendiamo sottrarci a questo compito assegnatoci dal popolo. E' la nostra sfida più importante, ma anche quella più difficile e c'è bisogno del supporto di tutto il MoVimento 5 Stelle per vincere questa battaglia. Combatteremo con le unghie e con i denti perché Roma cambi, ma in un ambiente così corrotto e marcio dobbiamo aspettarci di tutto", scrive ancora Grillo nel post dal titolo: "Barra dritta e avanti".

L'autonomia decisionale di Raggi, fermo restando che la sindaca rimanga al suo posto, sembra di fatto diminuita. Grillo, riferisce chi era presente nello stesso vagone del leader M5S sul treno fra Roma e Genova su cui viaggiava, parla infatti di dare più spazio a Massimo Colomban, l'assessore alle partecipate vicinissimo alla Casaleggio Associati. E parla dell'esigenza di istituire un ruolo (politico) di supervisore della gestione capitolina, che faccia da raccordo con gli assessori.

L'impressione, insomma, è che i vertici del M5S non si fidino più. Anche perché avanza, in Grillo, un timore: quello che alla sindaca di Roma arrivi un avviso di garanzia. Il leader M5S, nelle sue telefonate di prima mattina, cita questa possibilità affermando che "5 avvocati" gli avrebbero spiegato come sia più concreta di quel che sembra. Ed è forse questa l'ombra più nera che avvolge il destino della sindaca.

Nel frattempo, per il M5S, è una giornata di silenzio quasi irreale. Roberto Fico annulla la sua partecipazione a 'L'intervista' di Maria Latella. Gli altri risultano fuori dai radar: nessun post su Facebook, nessun tweet, neppure su argomenti diversi dal caso Roma. Segno di un Movimento in impasse, quasi impietrito dall'arresto di Marra e dalla resa dei conti apertasi tra gli 'ortodossi' e l'ala guidata da Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.

Entrambi sono stati gli sponsor più agguerriti della sindaca, difendendola anche dagli attacchi di Roberta Lombardi o Carla Ruocco. E ora potrebbero pagare la la linea adottata. Al vertice di ieri con Grillo (dove Alessandro Di Battista non è andato) raccontano di un Di Maio non ha quasi proferito parola, salvo poi uscire dall'albergo prima di Fico e assieme solo ai capi della comunicazione. Un segnale plastico della frattura interna al M5S. E con Grillo in bilico tra le pressioni degli ortodossi e il rischio che, su Roma, si facciano scelte azzardate.

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