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Sprint finale all'Ars per approvare la Finanziaria: al voto sul futuro di Riscossione Sicilia

Un fronte trasversale di deputati vorrebbe chiuderla. Il governo proponeva di stanziare una trentina di milioni in due anni

PALERMO. Sprint finale i Assemblea regionale per l’approvazione della Finanziaria. Oggi i lavori ripartono dall’articolo che potrebbe salvare o meno Riscossione Sicilia, società regionale che si occupa di riscuotere i tributi. Un fronte trasversale di deputati vorrebbe chiuderla.
Il governo proponeva di stanziare una trentina di milioni in due anni, somme legate a vecchi debiti non pagati, e di erogare ulteriori 2,5 milioni per la ricapitalizzazione della società che è in perdita e rischia il fallimento.

L’opposizione si è messa però di traverso. Forza Italia ha chiesto di mettere in liquidazione Riscossione e di affidare il servizio di riscossione delle entrate e dei tributi ad Equitalia, società equivalente che opera a livello nazionale. Chiaramente resterebbe il problema dei circa 800 dipendenti: Forza Italia prevede “la migrazione, senza soluzione di continuità, del personale dipendente della società Riscossione Sicilia”.

Ipotesi respinta al mittente dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, che in Aula ha più volte lanciato un appello ai deputati sulla necessità di salvare Riscossione, guidata da Antonio Fiumefreddo: “Chiedo ai deputati di non vanificare lo sforzo di risanamento di finanza pubblica. Se chiude Riscossione Sicilia per mesi non avremo soldi per pagare nessuno e avremmo problema di chi ci riscuote le tasse. La società incamera 500 milioni e ne perde 15, non è che non ci garantisce entrate. La cancellazione di Riscossione non sarebbe indolore. Io dico di salvare la società ma chiarisco che non stiamo dando soldi in più, stiamo dicendo di fare un’operazione di revisione della spesa e di usare una parte dei trasferimenti per vecchi debiti per ripianare i debiti”. Crocetta ha provato anche a incontrare i deputati fuori dall’Aula ma al momento non ci sarebbe un accordo.

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