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Riscossione Sicilia, l'attacco Crocetta:
non tornerò ai tempi dei Salvo

Il presidente della Regione ha preso la parola e ha dato il via al “duello” con i deputati sul futuro della società chiamata a incassare le tasse in Sicilia

PALERMO. “All’epoca dei Salvo era in mano ai privati il servizio informatico e quello di riscossione. Mi pare che si voglia andare in quella direzione ma io non sarò complice di questo progetto, neppure se viene dalla mia maggioranza”: Rosario Crocetta ha preso la parola e ha dato il via al “duello” con i deputati sul futuro della società chiamata a incassare le tasse in Sicilia.

L’aula ha iniziato a discutere la norma che prevede il rifinanziamento di Riscossione Sicilia con 14 milioni e 400 mila euro.

Ma il presidente sa che sono pronti emendamenti che puntano a trasferire a far chiudere la società e trasferire tutto a Equitalia. Da qui l’attacco agli alleati e all’opposizione: “Siete sicuri che Equitalia possa assorbire Riscossione e tutti i suoi dipendenti? Io non credo, visto che Equitalia ha licenziato e messo in cassa integrazione alcuni suoi dipendenti. Dunque prima di assumerne altri dovrebbe recuperare quelli. Temo che si aprirebbe un altro scenario, quello dell’affidamento a privati del servizio di riscossione magari dando vita a una Equitalia-Sicilia. Ma io non sarò complice di questo progetto. Non sarò il notaio che assiste al declino dell’Autonomia siciliana”.

Crocetta ha invece proposto di ricapitalizzare la società e l’emendamento che ha presentato prevede solo di presentare entro tre mesi “un piano per la ridefinizione del sistema di riscossione in Sicilia”.

Proposta che Forza Italia ha già anticipato di voler bocciare.

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