PALERMO. Dopo le proteste dei deputati, il governo ci ripensa e arriva il via liberà dell'Ars. Per finanziare i Comuni non farà più ricorso al Fondo Pensioni. Ma l’assessore Baccei mette sul tappeto un nuovo piano che prevede perfino 50 milioni di budget in più.
Ai Comuni, oltre ai 340 milioni di finanziamenti ordinari, arriveranno 115 milioni prelevati dai fondi Pac nazionali: una soluzione tuttavia sempre criticata dai sindaci dell’Anci, secondo i quali difficilmente queste somme potrebbero essere utilizzate per le rate dei vecchi mutui. Inoltre il governo regionale crea un fondo da 50 milioni con cui, spiega Baccei, “si potranno pagare le quote capitale dei vecchi mutui”. E’ una quota aggiuntiva non destinata a tuti “ma solo ai Comuni che dimostreranno di aver messo in atto misure di contenimento della spesa”. In ogni caso anche questi 50 milioni – spiegano i tecnici – verranno prelevati dal Fondo Pensioni.
In mattinata era scoppiato un caso su un emendamento dell'assessore all'Economia Alessandro Baccei che riguardava i 145 milioni che dovevano aggiungersi ai 340 già previsti in bilancio per gli enti locali. La soluzione messa per iscritto da Baccei in un emendamento prevedeva che i 145 milioni sarebbero stati prelevati dal Fondo Pensioni (invece dei 50 adesso previsti). Una sorta di prestito che sfrutta la liquidità di uno dei pochi regionali che ha disponibilità.
Ma la proposta aveva fatto storcere il naso a molti all’Ars. Lontano dai microfoni perfino i dirigenti regionali avevano nutrito qualche dubbio: “Tra qualche anno scopriremo che non ci sono più i fondi per le nostre pensioni…”.
Sull’utilizzo del Fondo Pensioni Baccei aveva spiegato: “Da un punto di vista tecnico l’operazione si può fare. L’alternativa è operare con altrettanti tagli sui capitoli di bilancio disponibili”. In sostanza, ha detto Baccei, nessun finanziamento può andare a intaccare i livelli di spesa già deliberati con l’approvazione del bilancio: “Altrimenti si intacca uno dei cardini della trattativa in corso con lo Stato per ottenere i 500 milioni di aiuti”.
TAGLI PER I SINDACALISTI - Via libera ai tagli per i sindacalisti in aspettativa in forze alla Regione e negli enti collegati. L’Ars ha approvato l’emendamento secondo cui “non spetta alcuna forma di trattamento accessorio né ogni altra voce retributiva non riconducibile al trattamento economico fondamentale”. In sintesi, ai sindacalista in aspettativa vengono tolti tutti i bonus e i premi di rendimento che la Regione erogava normalmente e forfettariamente nella misura massima possibile.
LA NORMA SUL TRATTAMENTO DEI DIRIGENTI - L'Ars ha approvato l'articolo 15 della finanziaria che riguarda il contenimento della spesa dell'amministrazione regionale. La norma interviene sul trattamento economico dei dirigenti regionali.
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