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Salvini: a settembre in Nigeria, incontrerò ministri per fermare migrazioni

ROMA. «Dal 29 settembre al primo ottobre andrò in Nigeria, per chiedere ai ministri nigeriani di che cosa hanno bisogno per evitare che i cittadini di quello stato lascino il loro Paese». Lo dice il leader della Lega Nord Matteo Salvini alla Festa della Lega Nord a Ponte di Legno.

Salvini, intervistato da Paolo Del Debbio, ribadisce le sue critiche al segretario della Cei monsignor Galantino: «Io rispetto chi mi rispetta. So che la Chiesa, per il novanta per cento, è sana. C'è però qualche vescovo che fa politica. E poi un vescovo non dovrebbe insultare».

E sul tema dell'immigrazione qualche giorno fa è scoppiata la polemica proprio tra la Lega Nord e i vescovi. "Piazzisti da quattro soldi che, pur di raccattare voti, dicono cose straordinariamente insulse!". Non ha usato mezzi termini il segretario generale Cei, monsignor Nunzio Galantino, che pur non citando direttamente Salvini e Grillo ha definito così i politici che hanno invocato chiusure e restrizioni all'arrivo di migranti e rifugiati. E subito, sul tema dell'immigrazione, si è riacceso lo scontro tra la Lega e i rappresentanti della Chiesa.

"Come italiani dovremmo un poco di più, imparare a distinguere il percepire dal reale", ha detto a Radio Vaticana Galantino, di ritorno da una missione tra i profughi iracheni in Giordania. "Noi qui - ha spiegato - sentiamo dire e sentiamo parlare di 'insopportabilità' del numero di richiedenti asilo: guardate, questo, secondo me, è un atteggiamento che viene, in questi giorni, purtroppo alimentato da questi quattro 'piazzisti' da quattro soldi". "Lo so che l'accoglienza è faticosa; lo so che è difficile aprire le proprie case, aprire il proprio cuore, aprire le proprie realtà all'accoglienza", ha ammesso Galantino, facendo però proprio l'esempio della Giordania che "ha una popolazione di circa sei milioni, sei milioni e mezzo, ma sapete che lì ci sono due milioni e mezzo di profughi che vengono accolti?".

Allora "quello che distingue la Giordania, il Kurdistan iracheno e le altre zone che stanno accogliendo i profughi in questo momento dall'Italia, da noi è questo: non perché loro hanno più mezzi, probabilmente hanno solo un cuore un poco più grande: probabilmente vogliono veramente mettere vita con vita con queste persone". E soprattutto, ha aggiunto, "questa attenzione che da noi ahimè manca, ai perseguitati cristiani e yazidi, minoranze che hanno fatto la storia del Medio Oriente". Alle parole del segretario Cei non ha tardato a replicare Matteo Salvini, in questi giorni all'attacco anche del Papa, spiegando che la sua "non è una polemica con la Chiesa ma con qualcuno che straparla a nome della Chiesa".

"Ricordo monsignor Maggiolini (ex vescovo di Como, morto nel 2008, ndr), altro che Galantino; valeva dieci monsignor Galantino - ha detto il leader della Lega -. Diceva, anni fa, che era in corso un'invasione. Ma ora c'è qualcuno che fa politica a nome della Chiesa". Salvini dice di conoscere "tantissimi uomini di Chiesa di alto livello che dicono che l'accoglienza deve avere un limite o delle regole; altri, invece, o straparlano o ci guadagnano". Quanto all'invito del Papa ad accogliere gli immigrati, il segretario leghista pone dei paletti: "Sono parole che possono andare bene per un Papa, ma poi un padre, un sindaco deve pensare ai suoi figli e ai suoi fratelli, e dire che bisogna imporre delle regole. Dire che bisogna accoglierli tutti, secondo me, è sbagliato".

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