ROMA. «Questa per me è una giornata nè semplice nè serena. Ho sempre avuto con il partito un rapporto di un certo tipo. Mi sento parte di una comunità. Ma questo è uno strappo incomprensibile anche alla luce di come erano andate le prime votazioni con il voto segreto». Lo afferma Gianni Cuperlo (Pd) in un'intervista al Messaggero.
«Si voleva a tutti i costi non modificare l'Italicum? Bene. Però discutiamo quali modifiche apportare alla riforma costituzionale visto che ora c'è un Senato che è un ibrido. Non è un Senato delle garanzie e non è un Senato delle autonomie. Si potevano stabilire in quella legge i contrappesi necessari e non lo si è fatto. Si sarebbe allargato il fronte parlamentare delle riforme condivise, garantito il sistema e unito il Pd. E senza arrivare alla fiducia. Un precedente che avrà delle ripercussioni (e mi auguro che ci sia almeno la consapevolezza di questo aspetto)».
«Cercheremo di rimanere in questo partito. Anche perchè la storia insegna che la scomposizione di un progetto non porta a nulla - aggiunge -. Questo è il partito che abbiamo voluto, una forza che deve profondamente rimanere radicata nel suo campo, la sinistra e il centrosinistra. È il partito che abbiamo contribuito a creare, anche se forse ora è intervenuta una mutazione ma l'idea che ci sia una minoranza che sabota è una caricatura».
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