ROMA. «Rischia di esserci qualche conseguenza? Le nostre sono modifiche di merito per migliorare la legge nella direzione del bipolarismo che auspica Renzi. Spero che non sia l'ultimo atto, ma ci sia disponibilità a un confronto sugli emendamenti». Lo dice Rosy Bindi - intervistata dalla Stampa - dopo la sostituzione in commissione Affari costituzionali, che esamina la legge elettorale. «Mi auguro - prosegue - che alla fine non venga messa la fiducia. Sarebbe incostituzionale, una contraddizione in termini. La legge elettorale non è un atto del governo, ma è prerogativa del Parlamento. La fiducia sarebbe una provocazione, grave e inutile» e se fosse chiesta «non risponderò all'appello. Questa però sono io, Rosy Bindi, lontana dalla logica dei franchi tiratori. Il problema è che con lo scrutinio segreto sul provvedimento ci possono essere altri che rispondono alla chiama e poi con il voto segreto si comportano come i 101 contro Prodi». La battaglia sull'Italicum porterà alla scissione del Pd? «Sicuramente - risponde - è finita una fase del Pd. Se non verrà modificata, sarà la legge elettorale il vettore della creazione di un nuovo soggetto politico. Perchè se l'Italicum porterà alla mutazione genetica del Pd nel tanto auspicato partito della Nazione, la scissione sarà nelle cose».
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