ROMA. Graziano Delrio è il nuovo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. La nomina, attesa da giorni, viene ufficializzata al Quirinale alle otto di sera: l'ex sindaco di Reggio Emilia giura nelle mani di Sergio Mattarella dopo aver preso parte nel pomeriggio al Consiglio dei ministri vestendo per l'ultima volta i panni di sottosegretario alla presidenza. Matteo Renzi gli rende merito del lavoro svolto a Palazzo Chigi, in un ruolo importante per l'intera macchina del governo. Tanto importante, che un sostituto non è stato ancora trovato ed il premier ha assunto per il momento in prima persona le deleghe di Delrio.
Il mini-rimpasto è ancora una partita aperta, dal momento che è rinviata la scelta di un nuovo ministro di Ncd, una scelta che agita il partito di Alfano. «Non esistono infrastrutture nè grandi nè piccole ma infrastrutture che sono utili alla comunità», dice in mattinata Delrio parlando di cantieri per l'attività sportiva. Quasi un manifesto programmatico in vista dell'approdo nelle stanze di Porta Pia, dove dovrà non solo affrontare i delicati dossier di infrastrutture, trasporti e casa ma anche allontanare lo spettro dell'inchiesta sugli appalti per le grandi opere che ha portato in carcere l'ex superdirigente Ercole Incalza. «Sono sicuro che Delrio farà un buon lavoro: il suo nome è un'ottima scelta», è il passaggio di testimone dell'ex ministro Maurizio Lupi.
L'ex sottosegretario lascerà invece a Palazzo Chigi la delega sui fondi europei. Il Nuovo centrodestra ha cercato di ottenere per il suo nuovo ministro, che dovrebbe approdare agli Affari regionali, la gestione di quel dossier. Ma Renzi avrebbe già deciso di tenere sotto la responsabilità della presidenza del Consiglio i fondi Ue, con l'obiettivo di proseguire il lavoro avviato da Delrio per invertire una tradizione di sprechi. A chi andrà in concreto la gestione della delega, così come delle altre deleghe di Delrio, non sembra però ancora deciso. Alcune - come lo Sport - potrebbero essere riassegnate a Luca Lotti. Ma la prossima settimana dovrebbe arrivare la nomina di un nuovo sottosegretario alla presidenza, che avrà anche il ruolo di segretario del Consiglio dei ministri. Per l'incarico circolano diverse voci: dal 'traslocò a Palazzo Chigi del sottosegretario alla Pa Angelo Rughetti, fino all'approdo al governo del presidente della Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini. Non è esclusa però neanche la promozione di un parlamentare esperto come Ettore Rosato. E continua a circolare anche il nome di Maria Elena Boschi, nonostante appaia difficile sostituirla alle Riforme.
Sembra invece esclusa la 'promozione' di una figura tecnica di stretta fiducia del premier come la responsabile dell'Ufficio legislativo Antonella Manzione. Complicata appare anche la partita che si sta disputando in questi giorni dentro Ncd. Alfano avrebbe accolto la preferenza di Renzi per un nuovo ministro donna, ma si registra forte nervosismo tra i centristi, che si sentono ridimensionati nel governo, con la casella degli Affari regionali senza neanche il portafoglio dei fondi Ue.
Il ministro dell'Interno si è preso del tempo per maturare e digerire nel partito la scelta. Tanto che l'indicazione potrebbe non arrivare la prossima settimana. Il nome al momento più quotato appare ancora quello di Dorina Bianchi, ma le 'contendonò il posto nel governo anche la collega Federica Chiavaroli e l'ex eurodeputata Erminia Mazzoni. Ma tra i 'malpancistì c'è anche chi non esclude che alla fine si arrivi a indicare il nome di un uomo, magari quello di Gaetano Quagliariello, nonostante ieri si sia tirato fuori dalla 'contesà.
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