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Jobs Act, Cuperlo: "Le modifiche ancora non bastano"

«Via dal partito? Io voglio una nuova sinistra»

ROMA. «È positivo lo sfoltimento dei contratti e le risorse in più per gli ammortizzatori. Maprevedere diritti differenti per lavoratori con lo stesso contratto porterebbe a una nuova discriminazione di dubbia costituzionalità». Lo afferma a Repubblica Gianni Cuperlo. Per l'esponente della minoranza Pd «liberalizzare i licenziamenti economici individuali quando manifestamente infondati apre il fianco a possibili frodi e violazione di diritti. Io dico: lavoriamo per altri passi avanti, anche sulla estensione delle tutele. Il punto è che il lavoro, almeno per la sinistra, non è una merce monetizzabile. È dignità, cittadinanza. E a questo principio non rinuncio». La legge di stabilità, aggiunge Cuperlo, «a mio parere non è abbastanza espansiva. Per uscire da una recessione così profonda servono una politica redistributiva radicale, un nuovo patto fiscale e una iniezione decisa di investimenti pubblici». Nessuna intenzione però di lasciare il Pd: «Una nuova  sinistra è davanti a una scelta di vita. Può organizzare un campo di forze, idee, e parlare al Paese, oppure contentarsi di chiosare le scelte degli altri. Io vorrei la prima cosa e la vorrei in un Pd più aperto, lasciandoci alle spalle divisioni e personalismi».

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