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Prime spine del Crocetta ter
Spaccature per Articolo 4 e Pd

Ai malumori di Articolo 4 si aggiungono quelli di altri deputati della maggioranza come Pippo Digiacomo, che non si opporrà alla sfiducia

PALERMO. “Il Movimento Articolo 4 non è rappresentato nel nuovo governo della Regione siciliana”: lo ribadisce Luca Sammartino, capogruppo del movimento all’Ars, alla vigilia del voto di sfiducia in Aula che vede incerta adesso la decisione di almeno cinque deputati della maggioranza. “Anche il presidente Crocetta – continua Sammartino - ne è perfettamente cosciente e lo conferma un passaggio della sua nota nella quale ricorda come l’assessore designato non sia stato concordato ufficialmente con Articolo 4”.

Ai malumori di Articolo 4 si aggiungono quelli di altri deputati della maggioranza come Pippo Digiacomo, che non si opporrà alla sfiducia: «Per quanto mi concerne – ha detto il presidente della commissione Sanità – il livello cialtronesco degli attacchi di Crocetta nei confronti del sottoscritto, reo d'avere intrapreso, come presidente della commissione sanità, una battaglia di trasparenza contro una gara multimilionaria che non mi convince e di avere cercato di fare chiarezza sulla torbida vicenda dei direttori generali di Catania, m'impediscono di votare contro la mozione di sfiducia di domani».
Intanto a chiarire cosa è accaduto nelle convulse fasi che hanno preceduto l’annuncio dei nuovi assessori sono, invece, 5 deputati di Articolo 4 (si tratta oltre Sammartino di Valeria Sudano, Alice Anselmo, Paolo Ruggirello e Pippo Nicotra). L’unico documento prodotto all’unanimità, e dunque firmato di tutti gli 11 deputati di Articolo 4 ed indirizzato al presidente della Regione recita, fra l’altro: “Ti rappresentiamo come, anche in ragione della consistenza del contributo politico da noi lealmente apportato alla maggioranza di governo costituisca una richiesta imprescindibile l’ottenimento di una più forte rappresentanza affiancando alla delega all’agricoltura una ulteriore nostra presenza in seno alla costituenda giunta”.

I cinque deputati contestano quindi “fortemente non il nome ma il metodo con il quale è maturata la scelta dell’assessore designato, pur ritenendo Nino Caleca persona di alto spessore e profilo. Non intendiamo discutere di poltrone ma di rappresentanza politica. Il resto appartiene ad un vecchio modo di pensare e di agire che rifiutiamo. Al presidente della Regione – concludono - chiediamo di fare chiarezza di fronte ai siciliani, unico vero riferimento della nostra azione politica e parlamentare”.

Chi voterà contro la sfiducia a Crocetta è invece il deputato del Pd, Bruno Marziano, presidente della commissione Attività produttive all’Ars. La ripetizione delle elezioni di Siracusa avevano creato forti attriti tra Marziano e Crocetta, ma adesso il parlamentare rassicura: “I rapporti personali con Crocetta non cambiano ma un voto a favore della mozione sarebbe in contraddizione con l’esito politico del rimpasto. Esprimo grande soddisfazione per la conclusione della vicenda che considero un quattro a zero messo a segno da parte del segretario regionale del Pd, Fausto Raciti che ha raggiunto tutti gli obiettivi: dall’azzeramento del vecchio governo frutto di un blitz notturno al rinnovamento di tutta la compagine”.

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