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Censura, la Scilabra: "Vogliono il mio posto per gestire un miliardo". Falcone: "Sta sbagliando"

L'assessore: «Dietro la censura la volontà di bloccare una riforma che cambierà la formazione, l’Ars non mi fermi»

PALERMO. «La censura contro di me nasce dal tentativo di scardinare il governo Crocetta. Ma io temo che nasconda soprattutto la volontà di mettere alla Formazione qualcuno che gestisca diversamente da me la valanga di fondi che stanno per arrivare dall’Europa. Si tratta di un miliardo e 200 milioni che già da gennaio dovranno essere investiti con i primi bandi. E chi punta sulla censura contro di me sa che io gestirei questi soldi senza farmi influenzare dalla politica»: seduta al tavolino di un bar del centro storico, Nelli Scilabra rompe il silenzio sulla mozione ai suoi danni su cui l’Ars martedì sarà chiamata ad esprimersi.
L’assessore si dice certa che «dietro la censura ci sia anche la volontà di bloccare una riforma che invece per la prima volta, dopo i tanti annunci fatti dal 1976, oggi è scritta e depositata all’Ars. Una riforma che è davvero in grado di cambiare il settore e portarlo sempre più vicino al mondo del lavoro».
Il testo della riforma modifica il ruolo degli enti in un settore che fino a ora è costato quasi 400 milioni all’anno senza creare posti di lavoro. Come invertirete il trend?
«La Regione si limiterà a un ruolo di programmazione. Ogni anno indicheremo ai Consorzi di Comuni e alle città metropolitane un ventaglio di settori su cui vorremmo puntare per lo sviluppo. E da questi enti riceveremo il reale fabbisogno di offerta formativa. Ci verrà detto su quali settori puntare, visto che da territorio a territorio le esigenze cambiano. Così riusciremo a creare corsi e tirocini in tutto il territorio, visto che oggi ci sono intere zone escluse forse perchè al deputato di riferimento non interessa...».

E come cambierà il sistema di finanziamento?
«Una volta ricevuti i piani territoriali la Regione assegnerà i fondi necessari ai Consorzi di Comuni e alle città metropolitane che gestiranno i bandi. E qui entrano in gioco gli enti, che dovranno trasformarsi rispetto alla configurazione attuale. Ogni ente potrà partecipare ai bandi solo se ha un accordo di rete. Potrà presentare un progetto solo se trova un’azienda e una università o una scuola che collaboreranno. I corsi che finanzieremo prevederanno infatti più tirocini e apprendistato retribuito. E in seguito per le aziende che assumo scatterà un bonus che garantiremo proprio con la nuova programmazione europea. Al momento di emettere il bando, il consorzio di Comuni stabilirà anche se finanziare l’intero pacchetto formativo presentato da ente e azienda o se assegnare un voucher (un assegno, ndr) agli studenti che poi lo spenderanno per acquistare il corso finanziandolo indirettamente».
Quando può iniziare tutto ciò?
«Io chiedo di non fermare questo progetto che potrebbe partire già nel settembre 2015 se approvato dall’Ars nei tempi stabiliti. Nel frattempo stiamo già dando vita al nuovo elenco di enti e scuole da accreditare per poter partecipare ai bandi. I numeri ufficiali dicono che sono già arrivate 825 istanze di iscrizione e che almeno 270 sono già state approvate. Moltissime istanze sono arrivate da scuole, università e perfino da parchi naturali. Se oggi si considera che ci sono 196 enti, si vede come l’offerta sarà più varia».
In questa fase deve rispondere anche alle pressioni che arrivano dalla piazza, oltre a quelle del Palazzo. I lavoratori, circa 8 mila, si chiedono quale sarà il loro futuro.
«Continuerò a convocare i lavoratori ogni settimana. Spiegherò loro che la riforma prevede una clausola di salvaguardia in base alla quale chi si aggiudica i bandi deve impiegare i lavoratori iscritti all’albo. Così il personale si sgancia dagli enti e non rischia il posto quando questi vanno in crisi. Inoltre riformeremo il Ciapi e lo faremo diventare l’Agenzia regionale per il personale che gestirà l’albo assicurando che tutti trovino impiego. Sarà come un provveditorato che garantirà il lavoro per chi oggi non ha più un ente, gestendo il fondo di garanzia e le liste di mobilità. Infine, abbiamo pronti circa 35 milioni per finanziare prepensionamenti ed esodi incentivati. Entro un mese uscirà il primo bando, nel triennio pensiamo che possano uscire dal sistema in modo garantito almeno 4 mila lavoratori».

 

LA REPLICA DI FALCONE: SUI MOTIVI DELLA CENSURA LA SCILABRA SBAGLIA. "Mi dispiace che l'assessore Scilabra per giustificare la mozione di censura nei suoi confronti presentata dalle opposizioni, ma condivisa da larga parte della maggioranza, affermi che il vero obiettivo dell'atto accusatorio sia la gestione di 1 miliardo di euro che sarà messo a disposizione col programma europeo 2014/2020". Lo dice il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, primo firmatario della stessa mozione di censura.

"La Scilabra, prima di dire certe cose e rischiare di cadere in errori grossolani - ha sostenuto Falcone - farebbe bene a verificare la programmazione europea per il prossimo settennio, per rendersi conto che la cifra finanziaria di 1 miliardo a cui ha fatto riferimento risulta decisamente errata, infatti, l'intero Fse è pari a 820 milioni, ma poco più di 500 potranno essere utilizzati per la formazione professionale in Sicilia".    "Nelli Scilabra, poi sbaglia nel metodo - ha continuato il capogruppo azzurro - perché, piuttosto che accusare chi svolge il proprio ruolo di controllo e impulso, in questi due mesi, dall'annuncio della mozione, avrebbe fatto bene a correggere almeno alcune criticità della formazione, purtroppo rimaste tutte irrisolte". "Non a caso - ha concluso - è sotto gli occhi di tutti il dramma che vivono migliaia di lavoratori, la demotivazione che aleggia negli uffici regionali, le imbarazzanti interruzioni dei servizi formativi a cui sono costretti i ragazzi in obbligo scolastico, nonché le soluzioni, come il progetto Prometeo, che sono risultati peggiore del male; se però l'assessore non si sia ancora accorta di tutto questo, ha ragione ad affermare che tutti coloro che la criticano sono ladri".

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