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Lavoro, Renzi: "Non temo agguati". Vertice coi sindacati: "Salvare Termini"

Stefano Fassina evoca scenari conflittuali nel caso in cui dovesse arrivare la fiducia, e chiede l'intervento del Colle. Gianni Cuperlo usa toni diversi e invita Renzi ad assumere anche lui un atteggiamento più aperto al confronto.

ROMA. Ci sono tre stabilimenti da salvare urgentemente, Termini Imerese, l'Ilva di Taranto e l'Ast di Terni: "Sono le tre T di cui bisogna subito occuparsi insieme": lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi secondo quanto riferito da partecipanti alla riunione con i sindacati. Si è svolto in mattinata a Palazzo Chigi l'incontro tra il governo ed i sindacati sulle riforme - tema della convocazione - e sul lavoro, con il premier Matteo Renzi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ed i ministri del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, dell'Economia Pier Carlo Padoan, della Pa Marianna Madia. Presenti i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Susanna Camusso, Annamaria Furlan, Luigi Angeletti e Geremia Mancini.

"Il Paese ha bisogno di un clima di fiducia":  ha detto il premier. Il quale ha poi dichiarato al termine del vertice che ci sono "sorprendenti punti d'intesa".

Intanto, a poche ore dall'inizio del voto del Senato sul Jobs Act lo stesso premier è fiducioso. "Sono convinto che sia naturale che tutti" nel Pd "votino come sempre accaduto. Non temo agguati. Ove ci fossero li affronteremo". "La fiducia è a voto palese e non ci sono franchi tiratori", sottolinea Renzi.

Matteo Renzi, intanto, avrebbe ''il sostegno'' del governo tedesco sulla riforma del lavoro. Lo ha detto una fonte governativa a Berlino in vista del vertice di Milano. Ma Berlino ''non esprime giudizi'' sulle dinamiche parlamentari di uno stato membro e sulla riforma in sé.

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