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Raciti convoca i sindacati
Ma nessuno risponde all'appello

La Cisl, sindacato guidato da Maurizio Bernava, ha comunicato di buon mattino che non avrebbe partecipato al vertice. E poco fa anche la Uil di Claudio Barone ha declinato l'invito.

PALERMO. Fausto Raciti, segretario del Pd, aveva rivolto un appello ai sindacati per individuare insieme strategie contro la crisi. Un segnale di attenzione inviato alle parti sociali ma anche un modo per spingere esponenti importanti del mondo non politico sul lato critico verso il governo Crocetta. Ma l'incontro di oggi è a un passo dal naufragare. La Cisl, sindacato guidato da Maurizio Bernava, ha comunicato di buon mattino che non avrebbe partecipato al vertice.

 

E poco fa anche la Uil di Claudio Barone ha declinato l'invito. A questo punto nella sede del Pd di via Bentivegna a Palermo potrebbe andare solo il leader della Cgil, Michele Pagliaro.
Troppo forti le influenze politiche che si sono manifestate sull'incontro. I sindacati hanno preferito non entrare nello scontro in corso fra il segretario del Pd e Crocetta. Nei giorni scorsi infatti Raciti aveva annunciato il ritiro del sostegno al governo: posizione sposata dall'ala cuperliana del partito ma non dai renziani. E, pare, non gradita neppure a Confindustria.

 

Raciti: non serve chiudersi in sé stessi. Dichiarazione di Fausto Raciti, segretario regionale del PD: “Alla luce dell’improvvisa  indisponibilità di una parte sindacale, abbiamo deciso di rinviare l’incontro in programma questa mattina. Continuiamo comunque a ritenere che a fronte di un dibattito politico spesso giocato sulle tattiche parlamentari sia utile mettere al centro i problemi del lavoro, partendo dal confronto con le sigle sindacali più rappresentative. Dispiace constatare che questo sforzo in Sicilia sia più difficile che altrove, soprattutto alla luce dei limiti dell’azione di Governo più volte denunciati dagli stessi sindacati. A chi stamattina ha annunciato la propria indisponibilità al confronto con il Partito Democratico, mi permetto di suggerire che chiudersi nel rapporto con il solo Governo regionale rischia di essere pericoloso non tanto per le sigle sindacali, quanto soprattutto per i lavoratori e i disoccupati siciliani. Noi saremo sempre al loro fianco, è nel nostro Dna”.

 

Assente anche la Cgil.  “Quello che abbiamo da dire sulla crisi alla Regione e il Pd è contenuto in una lettera che nei giorni scorsi abbiamo inviato a Fausto Raciti e a Matteo Renzi nella qualità di segretario nazionale del Partito democratico. Stiamo aspettando le risposte”: lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, che oggi ha disertato, assieme ai segretari di Cisl e Uil, l’incontro con il leader siciliano del Partito democratico.  “Se in un primo momento eravamo stati possibilisti sull’incontro – spiega Pagliaro - era perché non abbiamo interesse ad azioni di facciata, a sottolineare che non siamo la stampella di nessuno perché questo è già nei fatti. Quello che pensiamo sulla situazione politica regionale è chiaro – aggiunge - e lo abbiamo ribadito anche nel corso dell’ultimo direttivo”.

 

In quell’occasione Pagliaro ha anche sollecitato a tutte le parti sociali “la costruzione di un percorso unitario e condiviso di proposta e mobilitazione, per evitare la lenta agonia della Sicilia, cominciando con l’elaborazione di una piattaforma unitaria sulla quale vincolare l’azione del governo Crocetta”. “Nella lettera a Raciti e Renzi Pagliaro scrive che “sui temi della crisi economica e sociale in Sicilia l’azione del Pd siciliano è stata deficitaria e distante rispetto a quello che servirebbe”.

 

“La ‘strategia politica’, se così può chiamarsi, tutta sbilanciata su richieste di rimpasto e sulle  poltrone, in un clima di costanti divisioni,  – prosegue- di fronte ai tanti fallimenti del governo è poco credibile e rischia di trasformarsi in  un boomerang per lo stesso Pd”. Pagliaro sottolinea che “questo clima mette a serio rischio la credibilità del Pd come soggetto politico di cambiamento”.

 

Secondo Pagliaro, “urge rilanciare la sfida al presidente Crocetta entrando nel merito dei problemi aperti e se Crocetta non sarà all’altezza bisogna avere il coraggio di dirlo e costruire tutte le azioni necessarie per tornare al voto”.

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