PALERMO. Pippo Gianni lascia il Pid-Cantiere popolare e passa nel centrosinistra portando Rosario Crocetta per la prima volta oltre la soglia dei 45 deputati: maggioranza numerica all’Ars. Grande Sud di Miccichè esclude dalle liste Salvo Fleres, Ugo Grimaldi e Francesco Stagno d’Alcontres e rischia di fare i conti col loro disimpegno. I finiani «riconquistano» almeno Alessandro Aricò ma escludono Livio Marrocco e Luigi Gentile provocandone il disimpegno elettorale.
Il primo giorno della presentazione delle liste (si chiude oggi alle 20) porta allo scoperto i malesseri nel centrodestra e ufficializza cambi di casacca nell’aria da giorni.
Pippo Gianni, deputato siracusano all’Ars, lascerà domani il Cantiere popolare, che così passa da 5 a 4 deputati e rischia di non poter fare più gruppo autonomo. Gianni ha lasciato il partito criticando il centrodestra per il rinnovato accordo con Miccichè e Lombardo: «Spero che il mio partito non dimentichi chi è Lombardo e che danni ha fatto. E ricordo che il Pdl disse il peggio di Miccichè. Io ora non riesco più a svolgere la mia attività nel centrodestra. Aiuterò il mio amico Tabacci, cercherò voti per la sua lista e passo al gruppo Misto». Gianni ha conquistato alle Regionali circa 7.500 voti ma aveva in lista suoi uomini che porterebbero il totale a oltre 10 mila. Nella lista di Tabacci per la Camera Gianni piazzerà il capogruppo del Pid alla Provincia, Nunzio Dolce: «Mentre al Senato ci sarà spazio per Giuseppe Liberto». Gianni aveva anche trattato a lungo con Saverio Romano, leader del Cantiere popolare, l’inserimento nelle liste del figlio Lucio ma l’operazione non si è concretizzata.
Passando al centrosinistra Gianni garantisce a Crocetta il voto numero 45 all’Ars: 17 ne ha il Pd, 13 l’Udc, 5 il Movimento Territorio e 5 anche la Lista Crocetta. Ma a questi si aggiungono Gianni, l’ex Mpa Nicola d’Agostino e gli ex Grande Sud (Michele Cimino, Riccardo Savona, Edy Tamajo). E poi c’è Luisa Lantieri, sempre in bilico fra l’ingresso nel centrosinistra e Grande Sud.
Crocetta fa sapere che «a questi deputati non è stato promesso niente e gli equilibri nella giunta non cambieranno». Ma poi si sbilancia: «Vedrete, la maggioranza si allargherà ancora. Saremo molti di più».
Nel gruppo Grande Sud all’Ars è rimasta solo Bernadette Grasso. E ieri anche tre parlamentari nazionali uscenti si sono messi in posizione critica: Grimaldi, Fleres e D’Alcontres non hanno avuto garanzia della ricandidatura e hanno giocato d’anticipo annunciando il passo indietro. «È giusto lasciare spazio a chi desidera introdurre elementi di svolta - hanno detto -. Le decisioni assunte, tuttavia, rischiano di sconfiggere i valori per i quali le scelte precedenti erano state compiute». Riferimenti all’addio che i tre parlamentari avevano dato al Pdl nel 2009 per formare Grande Sud.
Ieri nè l’Mpa nè Grande Sud hanno ufficializzato le liste. Segnale che c’è ancora da mettere a posto i tasselli: Miccichè e Lombardo dovrebbero guidare i partiti al Senato e mettere però i fedelissimi nelle liste Pdl (da Pippo Fallica a Roberto Centaro, da Nunzio Reina a Antonio Scavone). Anche il Pdl non ha depositato gli elenchi. Ma lì il problema riguarderebbe solo la sostituzione di Tonino D’Alì al Senato: si cerca un trapanese per dare spazio all’area del senatore uscente. Enrico La Loggia ha confermato che non sarà candidato: «Dopo quasi vent’anni di esperienza - ha detto - sono convinto dell’opportunità che vi sia un ricambio con un ampio coinvolgimento della società civile». Angelino Alfano ha però ribadito che «La Loggia è un grande uomo e continuerà a impegnarsi in Sicilia e nel Pdl». Nel partito di Berlusconi comincia a montare la polemica per l’esclusione dalle liste di tutti i leader dei movimenti giovanili e dei Circoli delle Libertà. E monta anche il malumore dei big scavalcati nel collegio occidentale della Camera da Gabriella Giammanco, che occupa la quarta posizione.
Liste, gli esclusi cambiano casacca
Il primo giorno della presentazione degli elenchi (si chiude oggi alle 20) porta allo scoperto i malesseri nel centrodestra e ufficializza cambi. Pippo Gianni lascia il Pid-Cantiere popolare e passa nel centrosinistra. I finiani «riconquistano» almeno Alessandro Aricò
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