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Allarme terrorismo, confronto fra i ministri degli Interni dell'Unione Europea

Obiettivo è lo scambio di informazioni tra le intelligence e la lotta all’immigrazione illegale

epa10922848 Belgian Iinterior Minister Annelies Verlinden looks on next to Prime Minister Alexander De Croo during a press conference following a shooting in Brussels, Belgium 17 October 2023. Two people died after a shooting took place in Brussels on the evening of 16 October 2023. Belgian police identified the shooter as a Tunisian asylum seeker born in 1978. EPA/OLIVIER HOSLET

I ministri dell’Interno Ue hanno avuto una colazione di lavoro, prima del Consiglio Affari Interni a Lussemburgo, tutta incentrata sull'anti-terrorismo. «Abbiamo discusso dello scambio di informazioni tra le nostre intelligence e di come combattere l’immigrazione illegale per assicurarci che eventi come quelli dei giorni scorsi non accadono di nuovo», ha detto il ministri dell’Interno del Belgio Annelies Verlinden (nella foto).

La riunione tratterà i dossier della sicurezza, dei migranti e delle misure anti-terrorismo. Ma l’agenda è ampia: la prima sessione dell’incontro, appena iniziato, verte infatti sulle misure per il contrasto agli abusi sessuali sui minori. C’è anche il ministro italiano Matteo Piantedosi assieme al sottosegretario Nicola Molteni.

Il terrorismo preoccupa l’Europa. Prima l’attacco alla scuola di Arras, poi la fucilata in pieno centro a Bruxelles. Due indizi, secondo il più classico dei codici dei romanzi gialli, non fanno una prova. Ma nell’Europa dove è ancora freschissimo il ricorso degli attacchi dell’Isis hanno portato già al massimo l’allerta. Il dossier terrorismo è atterrato sulle cancellerie del Vecchio continente quasi d’improvviso e si va ad aggiungere ad un contesto che, complice la guerra in Ucraina, viaggia da tempo sul filo dell’emergenza. Bruxelles, tuttavia, è costretta a correre ai ripari: un piano per la sicurezza verrà presentato mercoledì mattina dal vice presidente della Commissione Ue Margaritis Schinas e dalla titolare agli Affari Interni, Ylva Johansson.

L’obiettivo di Bruxelles è innanzitutto quello del coordinamento tra i 27. Il ritorno del terrore islamico rischia di alimentare paure, di portare i Paesi membri a misure che possono confliggere con uno dei pilastri dell’Unione, la libertà di movimento. Nelle ore che hanno fatto seguito all’attentato di Bruxelles in mezza Europa è scattata l’allerta. In Francia le misure di sicurezza sono state rafforzate sin dall’attentato di venerdì scorso ad Arras. Ma gli allarmi bomba continuano a ripetersi: oggi, per la seconda volta in meno di una settimana è stata evacuata la Reggia di Versailles. Olanda e Francia hanno rafforzato immediatamente i controlli alle frontiere. In Spagna è stato convocato d’urgenza il Tavolo per la minaccia terrorista. Londra ha deciso di potenziare i controlli in vista della partita Inghilterra-Italia. Il rischio emulazione è dietro l’angolo, la chiamata alla Jihad globale arrivata dopo la risposta di Israele all’attacco di Hamas resta un richiamo valido per folli e radicalizzati.

Il dossier, inevitabilmente, è finito sul tavolo del vertice straordinario dei 27 convocato da Charles Michel sulla guerra tra Israele e Hamas. La riunione era stata pensata innanzitutto per saldare una linea comune dell’Europa sul conflitto, dopo la cacofonia di voci che ha fatto seguito ai primi giorni di guerra, e con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, finita nel mirino per quello che viene considerato come un eccessivo attivismo. Il vertice si è tenuto in videoconferenza ed è, di fatto, un prequel al Consiglio europeo della prossima settimana. Ma al tavolo, Giorgia Meloni già ha posto una questione che è destinata a catalizzare il dibattito dei prossimi giorni. «Dall’immigrazione di massa ci sono rischi per la sicurezza», ha sottolineato la premier ricordando come il killer di Bruxelles sia approdato nel 2011 a Lampedusa e porgendo le sue condoglianze a Belgio e Svezia dopo l’attentato.

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