Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Morto Eviatar, uno dei tre italo-israeliani dispersi

L’uomo è stato identificato dal Dna: «Di lui era rimasto poco»

Eviatar Moshe Kipnis con la moglie Liliach Lea Havron

I figli lo credevano ostaggio di Hamas nella Striscia di Gaza. Invece, il corpo senza vita di Eviatar Moshe Kipnis è stato identificato tra quelli delle vittime dell’attacco del 7 ottobre. L’italo-israeliano di 66 anni e la moglie Liliach Lea Havron erano scomparsi quel sabato mattina dal kibbutz di Beeri, dove le autorità israeliane hanno trovato 108 cadaveri. Kipnis è stato poi riconosciuto attraverso l’analisi del Dna, mentre sulla sorte della moglie non si hanno ancora conferme.

«Con grande tristezza confermo il decesso di Eviatar Moshe Kipnis, cittadino italo-israeliano disperso dopo l’attacco terroristico di Hamas in Israele», ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, esprimendo la sua vicinanza «alla famiglia, in particolare ai suoi due figli che ho conosciuto durante la mia missione a Tel Aviv» nei giorni scorsi. Il titolare della Farnesina ha inoltre ribadito “il massimo impegno del governo per rintracciare gli altri due cittadini italo-israeliani tutt’ora irreperibili». Oltre alla signora Liliach Lea Havron infatti, tra i dispersi con la doppia nazionalità italiana e israeliana c’è anche Nir Forti, un giovane che era andato al festival di musica di Reim, a ridosso della Striscia, finito col massacro di 270 ragazzi.

Sul luogo del ritrovamento del corpo di Kipnis e sulle circostanze della sua morte non ci sono al momento altre informazioni. Tari, come lo chiamavano in famiglia, «è stato riconosciuto dal Dna, del suo corpo non era rimasto molto», ha spiegato all’Ansa l’anziana zia di Eviatar, Halamit Lumbroso, italo-israeliana di antiche origini livornesi che vive a Gerusalemme. «La sua casa era stata incendiata», ha aggiunto.

Alla famiglia era stato detto che i nomi dei due coniugi erano stati inseriti nella lista degli ostaggi di Hamas. I figli, Yotam e Nadav, si erano detti molto preoccupati per la salute del padre che, affetto da una malattia autoimmune, era su una sedia a rotelle e aveva bisogno delle sue medicine. Con la coppia viveva il badante filippino Paul, anche lui ucciso da Hamas, mentre il figlio Yotam, 29 anni, si era salvato perché quella notte aveva dormito a Ramat Gan, vicino a Tel Aviv. «L’ultima cosa che ricordo di mamma è la sua voce preoccupata al telefono, poi all’improvviso il rumore degli spari che rompono i vetri e sconosciuti che entrano nella nostra casa», aveva raccontato nei giorni scorsi all’Ansa.

L’ambasciata d’Italia in Israele è in contatto con la famiglia «per assicurare loro ogni possibile assistenza in questo difficile momento», ha fatto sapere la Farnesina. In serata l’ambasciatore Sergio Barbanti si è recato in piazza Dina Dizengoff, a Tel Aviv, dove è sorto un memoriale spontaneo con bandiere e candele sulla fontana centrale per ricordare le vittime del 7 ottobre. «In lutto per coloro che hanno perso la vita, tra cui il cittadino italiano Eviatar Moshe Kipnis, e ricordando i rapiti e i dispersi», ha scritto l’ambasciatore su X. Il governo resta intanto impegnato anche nell’evacuazione di «10-12 italiani» che vivono nella Striscia di Gaza. «Le trattative sono in corso - ha assicurato Tajani - e per noi questa è la priorità».

Nella foto Eviatar Moshe Kipnis con la moglie Liliach Lea Havron

Caricamento commenti

Commenta la notizia