Kiev torna a denunciare l’uso da parte delle truppe russe del micidiale fosforo bianco sulle città ucraine, la martoriata Mariupol da ultima. Se confermato, si tratterebbe di una grave violazione dei trattati internazionali che potrebbe costituire anche un crimine di guerra.
Le munizioni al fosforo bianco, largamente utilizzate in ogni teatro di guerra contemporanea, seppure non siano considerate propriamente armi chimiche sono definite illegali dal III Protocollo della «Convenzione su certe armi convenzionali» adottata nel 1980 che proibisce o limita l’utilizzo di armi convenzionali considerate particolarmente dannose, suscettibili di provocare effetti indiscriminati sulla popolazione civile.
In altre parole, il fosforo bianco è utilizzabile contro obiettivi militari ma non contro i civili, e neppure contro installazioni che siano troppo in prossimità di aree residenziali. Sul campo di battaglia quest’arma ha molteplici utilizzi, come illuminante soprattutto - è anche contenuto nei proiettili traccianti -, come nuvola di fumo per coprire l’avanzata delle truppe o come bomba incendiaria, grazie alla sua capacità di raggiungere gli 815 gradi al contatto con l’ossigeno. Le ferite sono micidiali e spesso mortali, al contatto brucia inarrestabile la carne fino alle ossa, se inalato provoca asfissia in certi casi.
Scoperto nel 1669 dall’alchimista tedesco Hennig Brandt, che lo battezzò come «portatore di luce» dal greco, si ritiene che i primi a usare il fosforo bianco in chiave bellica siano stati alla fine del XIX secolo i nazionalisti irlandesi, che mescolandolo con il solfuro di carbonio ottennero una temibile sostanza incendiaria chiamata «fuoco feniano».
Gli eserciti regolari lo iniziarono a utilizzare nel corso della Prima guerra mondiale, ma è indubbio che «Willie Pete», nello slang dei soldati americani, divenne tragicamente celebre in Vietnam: il mostro di fuoco scatenato dalle granate al fosforo al contatto con l’ossigeno era in grado di annientare i Vietcong asserragliati nei tunnel, incubo di ogni soldato statunitense nel sudest asiatico.
Nonostante la Convenzione del 1980, il fosforo bianco tornerà tristemente a far parlare di sé nella guerra delle Falklands del 1982, utilizzato dai britannici, nella battaglia di Grozny in Cecenia del 1994, dove le forze russe lo avrebbero utilizzato «massicciamente», e in quella di Falluja che nel 2004 oppose i soldati Usa agli insorti iracheni, e dove molti anni dopo si registreranno ancora le conseguenze, con tanti bambini malformati dovuti probabilmente all’uso di quest’arma.
Altre denunce hanno riguardato l’operazione Piombo Fuso di Israele contro Gaza nel 2008, le operazioni turche in Siria e hanno finito per coinvolgere addirittura i talebani, accusati di averlo utilizzato in almeno 44 attacchi.
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