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Virus cinese, vertice a Roma per la prevenzione: ricerca svela come si trasmette, anche senza sintomi

Due falsi allarmi in Italia, ma quanto basta per indurre il ministro della Salute Roberto Speranza a riunire a Roma i rappresentanti delle Regioni per fare il punto e coordinare la prevenzione.

L'obiettivo, ha reso noto il ministro, è "gestire il coordinamento sul territorio delle disposizioni adottate in questi giorni e la comunicazione dell'evolversi della situazione". In mattinata presso il ministero si è riunita la task force sul coronavirus 2019-nCoV per fare il punto sugli interventi messi in campo per fronteggiare il fenomeno. "Da martedì 21 la task force si sta riunendo ogni giorno", ha detto Speranza in un incontro con la stampa. Della task force fanno parte rappresentanti di Istituto Superiore di Sanità (Iss), Istituto Spallanzani, organizzazioni di medici e infermieri, Nas, sanità militare, oltre ai direttori generali del ministero della Salute.

Intanto, una ricerca ha ricostruito la storia della trasmissione del virus 2019 n-CoV all'interno di un piccolo gruppo di sei individui. L'articolo pubblicato sulla rivista The Lancet indica come i tempi di incubazione possano variare da individuo a individuo, evidenziando il caso del bambino di dieci anni portatore del virus pur non mostrando alcun sintomo.

L'articolo, firmato da microbiologi e infettivologi dell'università di Shenzen coordinati da Jasper Fuk-Woo Chan e citato dal medico Roberto Burioni, suggerisce che "la trasmissione del  virus 2019 n-CoV da persona a persona è possibile, così come la diffusione in altre città per mezzo dei voli aerei".

Ma tra i punti fondamentali della ricerca c'è un dato: casi di trasmissione asintomatica potrebbero essere "una possibile fonte di trasmissione dell'epidemia". Per questo, rilevano gli autori della ricerca, "sarebbero necessarie ulteriori ricerche sui casi asintomatici" ed "è cruciale isolare i pazienti, tracciare e mettere in quarantena i contatti prima possibile".

L'articolo ricostruisce il viaggio a Whuan di sei persone di Shenzhen nel periodo compreso fra il 29 dicembre e il 4 gennaio, ossia esattamente nei giorni in cui è stato annunciato il primo caso di polmonite legata al nuovo
virus. Un altro della famiglia ha contratto l'infezione dopo essere stato in contatto con quattro dei familiari.

Durante il viaggio a Whuan nessuno dei sei aveva visitato il mercato di animali dal quale sembra essersi diffusa l'infezione, mentre due erano andati nell'ospedale della città. Al loro ritorno a Shenzen sono stati ricoverati nell'ospedale della città: sei avevano sintomi da 6-10 giorni e i più gravi avevano più di 60 anni, mentre un bambino di dieci anni non aveva sintomi. Gli autori della ricerca hanno raccolto dai sei pazienti tutti i dati utili per avere il quadro più completo possibile del comportamento del virus, i sintomi che può dare, i tempi di incubazione e la mappa genetica.

In realtà, secondo la virologa Ilaria Capua, che nell'Università della Florida dirige il Centro di eccellenza dedicato alla 'One Health', che unifica i temi della salute umana, animale e ambientale, la ricerca conferma che il virus 2019 n-CoV si comporta come tutti gli altri. I dati dell'articolo "si riferiscono agli esami con tamponi faringei fatti in un numero limitato di pazienti" e indicano che "uno di essi era positivo al virus anche dieci giorni prima della comparsa sintomi", mentre gli altri più o meno una settimana prima: "Un periodo di incubazione normale per i virus".

Questo, rileva, "conferma che questo virus si comporta come tutti gli altri virus", anche se "è ovvio che sono necessari dati addizionali in quanto uno studio condotto solo su sei pazienti ha delle limitazioni".

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