Disastro aereo in Kazakistan. Un velivolo con 100 persone a bordo è precipitato vicino Almaty, principale città del Paese. L'aereo della Bek Air è precipitato stamattina poco dopo il decollo dallo scalo spezzandosi in due.
Dodici le vittime, ma per gli altri 88 a bordo è quasi un miracolo di Natale. I serbatoi del velivolo non esplodono, alcuni passeggeri escono dal relitto con le proprie gambe; altri, feriti, con l'aiuto dei soccorritori. Tra questi tre neonati e cinque bambini, giunti coscienti in ospedale.
L'aereo, un Fokker 100 della compagnia kazaka low cost Bek Air nei cieli da 23 anni, era partito da Almaty, ex capitale, principale centro economico e tuttora la città più popolosa del Paese, alla volta di Nur-Sultan, l'ex Astana, nuova capitale.
Una rotta estremamente trafficata, proprio per la complementarietà delle due città. Il volo era al completo, in tanti erano in viaggio per andare a festeggiare il Capodanno con i propri cari. A bordo un centinaio di persone tra passeggeri ed equipaggio. Ed ecco: l'aereo decolla, sbatte la coda sulla pista due volte ma continua ad alzarsi e dopo alcuni secondi comincia a tremare e a inclinarsi. Tra i passeggeri è il panico. Secondo il racconto di una donna sopravvissuta, "sembrava un film, la gente gridava, piangeva". Un altro ha detto che dalla cabina non è giunto alcun annuncio prima che l'aereo iniziasse a precipitare sopra un gruppo di edifici poco dopo la fine della pista, sbattendo il 'naso' contro il muro di un edificio in costruzione e spezzandosi in due. Le 12 persone che hanno perso la vita erano tutte nella parte anteriore del velivolo.
Sull'altra metà i passeggeri, seduti, chi ferito e chi no, sudano freddo temendo l'esplosione da un momento all'altro.
"Il bilancio dell'incidente avrebbe potuto essere molto più grave - dirà poi un esperto alla Cnn - se i serbatoi del velivolo fossero esplosi dopo l'impatto. L'assenza di fiamme fa una grande differenza, assieme alla tenuta della fusoliera. Sono sorpreso che non sia scoppiato un incendio sull'aereo. E questo probabilmente è dipeso dal fatto che i serbatoi e le ali sono rimasti intatti".
Tra le vittime anche il pilota e una giornalista di 35 anni. Alle famiglie è giunto il cordoglio del Papa e della comunità internazionale, incluso il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Intanto, scatta la macchina dei soccorsi, con circa mille persone accorse sul posto. Cinquantatré persone, secondo il ministero della salute kazako, vengono portate in ospedale. Tra loro nove bambini (otto secondo altre fonti) e almeno 10 adulti in gravi condizioni. Si cerca tra le lamiere in mezzo alla neve: in uno dei molti video girati con i cellulari e postati in rete si vede uno dei soccorritori estrarre un neonato in tutina bianca e correre verso una zona sicura. Intanto si fa giorno e uno dei sopravvissuti, l'imprenditore Aslan Nazaraliyev, affida a Fb un sospiro di sollievo: "Grazie ad Allah sono vivo e vegeto". In mattinata le autorità si interrogano sulle cause dell'incidente: errore umano o problema tecnico. Ad accertarlo saranno un'indagine penale e una commissione governativa.
I Fokker 100 resteranno a terra. Il governo promette indennizzi alle famiglie delle vittime e proclama il lutto nazionale. Per ora si sa che ad Almaty c'era una fitta nebbia, ma anche che il Fokker 100 aveva compiuto i 23 anni, pur avendo superato le revisioni e i test precedenti al decollo. La società che costruiva quel tipo di jet è fallita nel 1996, e la produzione si è interrotta l'anno seguente. Nel 2009 tutte le aerolinee kazake erano state bandite dall'Unione europea, con la sola eccezione della compagnia di bandiera Air Astana, perché non conformi agli standard di sicurezza. A marzo del 2016, un Fokker-100 della Bek Air con 116 passeggeri a bordo aveva dovuto effettuare un atterraggio d'emergenza a Nur-Sultan per un problema al carrello. Allora non vi furono né morti né feriti.
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