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Il doodle di Google omaggia la poetessa Sylvia Plath, morta suicida: ecco chi era

Il doodle di Google dedicato oggi a Sylvia Plath

Oggi, sabato 27 ottobre, Google dedica un doodle alla poetessa e scrittrice Sylvia Plath, perchè ricorre l'87mo anniversario della nascita.

Ma chi era Sylvia Plath? Nacque a Boston nel 1932, da una coppia di immigrati tedeschi, me perso il padre, noto entomologo, quando lei aveva appena 8 anni. Una morte che la segnò profondamente nel corso della sua vita, durante la quale fu costretta a lottare contro la depressione che spesso la colpiva alternandosi a momenti di vitalità.

A 31 anni, l'11 febbraio del 1963 a Londra, il suicidio che aveva tentato già altre volte: infilò la testa nel forno a gas, dopo aver sigillato la porta della cucina per impedire che nella tragedia rimanessero coinvolti i suoi due figli, e così si tolse la vita. Un ''disperato amore di vivere'' aveva definito la sua esistenza.

La poetessa americana è autrice di 'Ariel', 'Lady Lazarus', 'Le muse inquietanti', tradotta con grande empatia da un'altra grande poetessa, Amelia Rosselli, che 33 anni dopo, l'11 febbraio 1996, sarebbe morta suicida lo stesso giorno della Plath.

Ripeteva: ''Ogni mattina, quando il sonnifero smette di fare effetto, sono in piedi verso le 5, nello studio col caffè, e scrivo come una pazza: sono arrivata a una poesia al giorno prima di colazione. Tutte poesie da libro. Roba incredibile, come se la vita della casalinga mi avesse soffocata'', scriveva alla madre Aurelia.

''Sono parecchie dozzine le poesie note ai lettori della Plath di cui Hughes riscrisse il testo, in modo che non rimanesse niente di marcatamente originale. Il suo scopo non era tanto generare confusione quanto piuttosto cancellare il biasimo che lo perseguitava dalla morte della Plath'' spiega Linda Wagner-Martin, professoressa di Inglese e Letteratura Comparata all'Universita' della North Carolina, la prima a consultare i suoi diari e la corrispondenza privata.

Le sue opere più belle risalgono al suo ultimo anno di vita, ma solo due libri sono stati pubblicati prima della sua morte: la raccolta 'The Colossus' del 1960 e il romanzo in parte autobiografico 'La campana di vetro', uscito un mese prima del suicidio.

Le altre opere, compresi i preziosi Diari, sono state pubblicate postume, ed è anche stata la prima artista a ricevere il Pulitzer per le sue poesie dopo la morte. Si era sposata nel 1956 col poeta Ted Hughes, che aveva conosciuto al College a Cambridge, e da lui ebbe due figli, Frieda e Nicholas.

Il tormentato rapporto con Hughes, che la tradiva e da cui si separò in modo traumatico, è documentato in "Sylvia Plath" dalla Wagner-Martin.

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