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Scontri a Tripoli, cresce il bilancio dei morti. Di Maio: "Chiudere porti misura occasionale"

È destinato a salire sempre più il numero delle vittime per gli scontri a Tripoli tra l’esercito del governo libico riconosciuto dall’Onu e l’Esercito nazionale libico del maresciallo Khalifa Haftar.

I morti sono al momento 147 e 614 i feriti, come riferisce l’Oms. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, si legge ancora nella nota, ha messo in campo team di operatori chirurgici "per aiutare gli ospedali a far fronte all’afflusso di casi traumatici".

L’Esercito nazionale libico ha sferrato dall’inizio di aprile una offensiva militare per conquistare Tripoli, dove ha sede il governo di Fayez al-Serraj.

"Chiudere un porto è una misura occasionale, risultata efficace in alcuni casi quando abbiamo dovuto scuotere l’Ue, ma è pur sempre occasionale. Funziona ora, ma di fronte a un intensificarsi della crisi non basterebbe, quindi bisogna prepararsi in modo più strutturato, a livello europeo, nel rispetto del diritto internazionale", ha detto il vicepremier Luigi Di Maio in un’intervista del Corriere della Sera, parlando della crisi in Libia.

"Il governo - afferma Di Maio - la sta monitorando giorno dopo giorno, bisogna avere testa in questi momenti e lavorare con responsabilità. Quel che sta accadendo non è un gioco, non è Risiko in cui uno si diverte a fare il duro con l’altro. Le parole hanno un peso".

Nega però di star rispondendo alle dichiarazioni di Salvini contro la Francia: "Dico solo che se non si ponderano i toni il rischio è incrementare le tensioni. E di fronte a un inasprimento sul terreno la possibilità che possano riprendere gli sbarchi verso le nostre coste c'è, non è un mistero. Quindi i primi ad essere colpiti saremmo noi, come Italia".

"Sarebbe utile - aggiunge - indipendentemente dagli sviluppi in Libia, se convincessero Orbán e i suoi alleati in Europa ad accettare le quote di migranti che arrivano in Italia, visto che il Sud Italia è frontiera europea. Il problema è proprio questo. Sento tanto parlare di sovranisti, ma è troppo facile fare i sovranisti con le frontiere italiane. Così non va bene, qui ci vedo un po' di incoerenza. Non ci si può lamentare dei migranti se poi si stringono accordi con le stesse forze politiche che ci voltano le spalle".

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