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Libia, sedicimila sfollati fuggiti da Tripoli e 121 morti: si teme un'ondata di migranti verso la Sicilia

Ancora scontri e morti in Libia. È salito a 121 il numero delle vittime, i feriti sono invece 561. Lo riferisce l'Organizzazione mondiale della sanità nel Paese nordafricano. Tripoli, razzi e artiglieria al fronte sud ovest.

Sono, inoltre, circa 16.000 gli sfollati dall'inizio degli scontri armati a Tripoli e dintorni. Lo scrive l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha) in un "aggiornamento flash" sulla situazione nei dintorni della capitale, precisando che oltre duemila sono le persone che hanno lasciato le proprie case solo nelle ultime 24 ore. Negli scontri - scrive l'Ocha, sono state danneggiate altre due ambulanze, portando ad otto il numero dei veicoli di soccorso danneggiati dall'inizio delle ostilità a Tripoli.

"Il presidente Abdel Fattah al-Sisi, nel suo incontro oggi al palazzo al-Ittihadeya con il maresciallo Khalifa Haftar, comandante dell'Esercito nazionale libico, ha esaminato novità e sviluppi della situazione in Libia". Lo scrive l'agenzia ufficiale egiziana Mena citando una dichiarazione del portavoce della Presidenza, Bassam Radi, senza aggiungere altro. L'Egitto, come noto, è sponsor politico di Haftar e ha apprezzato fra l'altro le sue campagne contro gli islamisti a Bengasi, Derna e in altre parti della Libia.

Il decimo giorno della guerra proclamata dal maresciallo è stato segnato da violenti scontri lungo l'asse a sudovest della capitale. Dopo una notte di combattimenti, i soldati dell'uomo forte della Cirenaica hanno sfondato le linee avversarie, avanzando a colpi di artiglieria, missili Grad e sostenuti dai raid aerei. Due le zone conquistate per diverse ore: quella di Suani ben Adem, 25 km a sudovest di Tripoli, e quella di Aziziya, una trentina di chilometri più a sud, lungo la direttrice che conduce a Zintan e Gharyan. Dopo ore di battaglia, lanci di razzi e vittime, soprattutto civili - almeno cinque gli uccisi, tra i quali una donna incinta - le milizie di Tripoli hanno lanciato il contrattacco e respinto i nemici a Suani ben Adem.

Nel primo pomeriggio dal centro della cittadina si levavano dense colonne di fumo nero. Le truppe di Haftar sono state costrette alla ritirata, lasciando diverse unità di fanteria lungo la linea di un fronte frastagliato, lontane dalle retrovie. I soldati, a corto di munizioni, sparavano contro i tuwar nel tentativo di aprirsi una via di fuga. I soldati che difendono la capitale sono poi avanzati anche su Aziziya, strappando parte della città agli avversari. Sul campo, hanno riferito fonti attendibili, sono arrivate anche le temibili milizie di Zintan, protagoniste della cacciata di Muammar Gheddafi da Tripoli nel corso della rivoluzione del 2011 e pronte ora a combattere per la difesa della capitale.

Nei giorni scorsi, il Viminale ha assicurato che non ci sarà un aumento di sbarchi in Italia. Ma oggi, come riporta il Corriere della sera, gli oo7 italiani restano in allerta. Il Corriere parla di "report riservati consegnati in queste ore al presidente del Consiglio Giuseppe Conte". E ci sarebbe la possibilità che ci siano almeno 6.000 stranieri determinati a imbarcarsi per sfuggire alla guerra civile. Con l'Italia, Sicilia in particolare, che sarebbero la prima meta, come successo in passato.

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