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Referendum, Juncker: spero che non vinca il No, su migranti scandaloso voltare spalle a Italia

ROMA. «Non accetto che mi si chiami burocrate o tecnocrate» e un nemico dell'Italia, lo conferma l'impegno a scomputare dal patto di stabilità «le spese per la messa in sicurezza del Paese», e l'ammissione che la legge di bilancio «non viola» le regole. Così il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, intervistato da La Stampa: «devo confessare che capisco Renzi. Ci sono state incomprensioni fra Italia e Unione europea, anche se mai personali».

«Sono stato io - dice - a volere la flessibilità di bilancio grazie alla quale l'Italia ha potuto spendere 19 miliardi in due anni senza conseguenze nell' interpretazione del Patto di stabilità». Parlando del referendum del 4 dicembre, Juncker rileva che è una questione essenziale per definire l'architettura istituzionale dell'Italia nei prossimi anni. «Non voglio interferire in questo dibattito - precisa - . Ma che l'Italia debba continuare un processo di riforme è una cosa ovvia. E che Renzi aggredisca i problemi dell'architettura istituzionale mi sembra una cosa buona», quindi «mi limito a dire che non vorrei vincesse il No».

Sulla questione migranti, il presidente della Commissione Ue definisce «scandaloso il fatto che si voltino le spalle all'Italia nel momento in cui le persone arrivano sulle sue coste». «Vorrei - aggiunge - che quello che abbiamo proposto nel maggio 2015 fosse realizzato, senza che si perdano slancio e fiducia. Oggi i risultati sono ridicolmente insufficienti. Poco più di 7.500 persone sono state ricollocate su 160 mila previste in due anni», ma «non si deve minacciare gli Stati recalcitranti dicendo che bisogna tagliar loro i viveri, cioè i fondi strutturali. Vanno convinti».

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