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Strage ad Istanbul, cresce la paura: crollano i viaggi dei siciliani in Turchia

PALERMO. La Turchia rischia di scomparire dai radar del turismo. Anzi, già è come se non ci fosse. Non ci sono più voli charter, le agenzie di viaggio battono in ritirata.

La paura dell’instabilità politica e del terrorismo è troppa per rischiare di visitare città, seppur splendide, come Istanbul o Ankara. E l'ennesimo attentato di ieri, con 36 morti, rischia di peggiorare ancora di più la situazione.

Un crollo quello delle presenze straniere che globalmente sfiora il 50%, in Italia addirittura il 56%, così come in Sicilia. “La crisi era già iniziata lo scorso anno, quando ci fu il primo, grosso attentato nel paese – dice Toti Piscopo, presidente dello Skal International Italia (associazione di operatori turistici professionali) – ma i dati sono precipitati quest’anno. Chiaro che gli operatori di settore sono fuggiti, non offrono più pacchetti, sono spariti i voli charter per quella destinazione, che è di fatto bruciata, come era successo per Tunisia ed Egitto, due nazioni colpite dal terrorismo. Il problema ovviamente c'è anche in Sicilia, ma è di base italiano e mondiale”.

Nel mese di maggio, secondo i dati resi noti dal ministero del Turismo, il settore ha registrato un calo degli arrivi dall'estero del 34,7% rispetto allo stesso mese del 2015, a 2,4 milioni di visitatori stranieri.

Una diminuzione così forte non si registrava dagli anni '90. A pesare fortemente sul settore, strategico per l'economia turca, è il crollo di turisti russi, scesi del 92% su base annua per effetto della “guerra fredda”, dopo l'abbattimento a novembre del jet di Mosca al confine con la Siria.

Nelle speranze di Ankara, la lettera di rammarico inviata dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan al suo omologo russo Vladimir Putin, dovrebbe aprire la strada a una ricucitura dei rapporti.  Secondo gli operatori del settore, tuttavia, il “ritorno”in Turchia dei russi non avverrà prima del prossimo anno.

“Ormai il terrorismo non ha una base solo politica e nazionale, ma anche economica – continua Piscopo -. L’obiettivo principale è quello di creare paura in mezzo alla gente, e l’aeroporto, visto proprio come centro di incontro, è per forza un obiettivo sensibile. Si toglie il senso di tranquillità a tutto il sistema, non solo alla destinazione. Ovvio poi che per il paese stesso, in questo caso la Turchia, è un danno enorme, visto che città come Istanbul vivono prevalentemente di turismo”.

Sarebbe una donna la persona arrestata ieri sera dalla polizia turca perchè sospettata di far parte del commando che ha attaccato l'aeroporto Ataturk di Istanbul. Lo indicano fonti delle indagini.

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