NEW YORK. Il direttore della National Intelligence Usa, James Clapper, non esclude un atto di terrorismo in riferimento all'aereo russo precipitato nel Sinai con 224 passeggeri a bordo. «Non abbiamo ancora prove dirette di un coinvolgimento di terroristi», ma non lo escludo, ha detto Clapper parlando con i giornalisti a Washington. Alla domanda se l'Isis, che ha rivendicato la responsabilità nell'attentato, poteva avere la capacità di abbattere l'aereo, Clapper ha risposto: «È improbabile, ma non lo escludo».
Ormai da mesi i cieli sopra la penisola del Sinai sono considerati pericolosi. Sul sito dell'International Civil Aviation Organization (Icao), l'agenzia dell'Onu specializzata in sicurezza aerea, sono pubblicati i dettagli sui singoli messaggi di allarme. Sin dal marzo scorso tre Paesi, in particolare, il Regno Unito, gli Stati Uniti e la Germania, hanno raccomandato alle proprie compagnie aeree di non volare sul Sinai sotto la quota di 26mila piedi (7.904 metri).
Il primo allarme, in ordine temporale, è quello lanciato dagli Stati Uniti il 30 marzo 2015, che scadrà il 30 marzo del 2016, in cui si raccomanda di non volare sulla zona, sotto la quota di 26 mila piedi per il rischio di «missili, granate e colpi di mortaio anti-aerei». Il secondo avviso viene dal Regno Unito, lanciato l'8 settembre 2015, che sarà valido sino il 6 dicembre. Anche qui si chiede di volare sopra i 25 mila piedi, per evitare «armi anti-aeree».
Infine, l'allarme più recente, quello diffuso dalla Germania il 5 ottobre 2015, in vigore sino al 4 gennaio 2016. Lo stesso sito pubblica allarmi simili riguardanti lo spazio aereo sopra altri Paesi teatri di guerra, dalla Libia, all'Afghanistan, dall'Iran, all'Iraq, alla Siria.
La caduta è stata probabilmente molto rapida, e con decompressione. Mentre l'aereo della compagnia russa Kogalymavia precipitava tutti i passeggeri erano ancora legati ai seggiolini con le cinture di sicurezza. È quanto emerge dai commenti che in queste ore si stanno scambiando nei forum online piloti e professionisti dell'aviazione.
Dalle prime immagini dei rottami, si legge nei forum, emerge che la sezione di coda del velivolo è molto distante dal resto del relitto e appare gravemente danneggiata. Circolano anche i commenti sui primissimi dati delle scatole nere, dai quali emergerebbe che dall'Airbus non è partita nessuna segnalazione di emergenza e che in meno di 20 secondi l'aereo ha interrotto la salita, a circa 31.000 piedi di quota, scendendo a 28.000.
Più elementi portano a pensare che la caduta sia avvenuta molto rapidamente e con decompressione. La cabina di pilotaggio, che nelle immagini dei rottami appare capovolta, potrebbe far pensare addirittura a un volo invertito. Nessuno si sbilancia al momento sulle cause e c'è chi si riferisce ai problemi tecnici del velivolo. In molti rilevano, ad esempio, che l'Airbus della Kogalymavia era del 1997 e aveva oltre 50.000 ore di volo. Ma soprattutto che aveva avuto recentemente un problema di '«tailstrikè, ossia la coda aveva toccato terra durante un decollo o un atterraggio, dopo il quale sarebbe tornato in servizio dopo a distanza di tre mesi.
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