
PARIGI. Sarebbe stata una falsa pista quella secondo la quale i due presunti terroristi dell'attacco a Charlie Hebdo, i fratelli Said e Cherif Kouachi, sarebbero barricati in una casa vicino a Crepy En Valois. E' quanto fanno intendere fonti della Gendarmeria. La caccia all'uomo si concentra comunque nelle campagne della Piccardia, ad una sessantina di chilometri da Parigi.
Sono stati mobilitati 88.000 uomini per la dare la caccia ai due terroristi autori della strage a Charlie Hebdo. Lo ha annunciato il ministero degli Interni francese, secondo quanto riportato da France 24. Nell'ambito dell'inchiesta sull'attacco a Charlie Hebdo ci sono stati "diversi arresti" e alcune persone legate ai killer sono da stanotte in stato di fermo. Secondo fonti giudiziarie citate dai media, i fermati sono 7, tra cui Hamyd Mourad, sospettato di essere l'autista del commando.
Si sarebbe consegnato spontaneamente, dopo aver visto il suo nome circolare sul web, presentandosi al commissariato di Charleville-Mézières, nel nordest della Francia, Mourad Hamid, il 18 enne fermato per la strage al Charlie Hebdo. Lo riferiscono i media francesi. Secondo Bfmtv, il ragazzo sarebbe il cognato di uno dei due ricercati. I suoi compagni affermano che ieri mattina il giovane era regolarmente a scuola. "Nessuna accusa" è stata ancora formulata nei suoi confronti, scrive il sito di Le Monde.
I due killer dell'attacco a Parigi alla sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo sarebbero i fratelli Said e Cherif Kouachi. I due, jihadisti franco-algerini di 32 e 34 anni, secondo alcune fonti sarebbero tornati in Francia quest'estate dalla Siria e sarebbero stati aiutati nella folle azione terrorista da un terzo uomo, Hamyd Mourad, di appena 18 anni, la cui nazionalità è ancora sconosciuta.
Secondo un investigatore citato dall'Ap, sarebbero collegati alla rete terrorista di Al Qaida nello Yemen. Un'altra fonte di polizia francese riferisce che i due fratelli sono nati a Parigi e hanno "un profilo di piccoli delinquenti che si sono radicalizzati". Il più giovane, Cherif, era stato arrestato nel 2008 e condannato a 3 anni di prigione, di cui 18 mesi con la condizionale, in quanto componente di un gruppo che inviava combattenti estremisti in Iraq, basata nel 19/o arrondissement di Parigi. Nel quadro di quell'inchiesta, alcuni componenti del gruppo avevano ammesso di aver "fomentato dei progetti di attentato", ma senza metterli in atto.
Scontata la pena, Cherif e il fratello, scrive Le Point, "avevano fatto di tutto per farsi dimenticare" e si erano "messi a riposo" a Reims. I due sarebbero stati identificati grazie ai documenti ritrovati dalla polizia nella Citroen C3 abbandonata dagli attentatori durante la fuga vicino alla porte de Pantin, a Parigi. Il giovane complice, Amid, senza fissa dimora, sarebbe invece stato alla guida delle diverse auto durante l'operazione. La vicenda di Said e Cherif ricorda un'altra tragica storia: quella dei due fratelli ceceni Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev, autori degli attentati di Boston nel 2013, il primo catturato, il secondo ucciso durante un conflitto a fuoco con la polizia.
3 Commenti
renato leone
08/01/2015 11:16
La colpa e'dell'Europa buoni sta le permette a costoro di vivere nelle NS.città',e pensare ke qualcuno vuole dare la nazionalità,non e' la prima volta le questi bastardi nati in loco,partono ritornano indottrinati e compiono stragggggiiii,cosa aspettiamo a fermarli?nulla piangeremo al prossimo attentato.
Pietro
08/01/2015 13:19
Europa..?? quale Europa...?? quella che in comune abbiamo solo ma moneta, quella che se ne frega degli sbarchi a Lampedusa, quella che prende gli immigrati al confine italiano e li rispedisce indietro, certo che poi questi signori fanno quello che vogliono....!!
angelo casano
08/01/2015 19:38
Dovremmo correre tutti nello spazio! #JesuisCharlie In questi giorni la bellissima foto della Sicilia postata dall’astronauta Samantha Cristoforetti, mi ha fatto molto pensare. In particolare quella foto scattata da lassù, dallo spazio mi ha riportato ad altre parole di un altro astronauta, Luca Parmitano. Ricordo delle sue bellissime parole pronunciate sul palco dell’Ariston durante il festival di Sanremo 2014. Allora Parmitano diceva così: “...l’idea di un unica cosa, i confini da li non hanno alcun senso. Ad un certo punto della storia siamo stati noi ad immaginarli, a creare questo concetto di confine, e invece guardando la terra dallo spazio mi sono reso conto che guardando il globo, il nostro mondo i confini in realtà non esistono. Ce li siamo immaginati noi!” Pronunciare o scrivere queste parole in un giorno come oggi in cui 8 giornalisti, 2 agenti, un ospite e il portiere della redazione Charlie Hebdo hanno perso la vita per mano di tre terroristi fondamentalisti islamici, urta con la realtà delle cose. La verità è che nel tempo, nel corso della storia gli uomini non hanno solo creato confini geografici, politici ed economici. Sono andati ben oltre. Hanno eretto muri di diffidenza, di odio e di guerra, hanno costruito barricate celandosi addirittura dietro il nome di un Dio: Allah akbar ,”Allah è grande”. Oggi quei terroristi non hanno attaccato una redazione giornalistica con delle vignette che qualcuno ha il coraggio di commentare come “stupide e sciocche”. Hanno attaccato la libertà di stampa, di pensiero, la libertà di essere o pensare diversamente dall’ altro. Hanno attaccato la forza delle parole, la forza della verità, ricapultandoci in un clima di paura e di diffidenza. Oggi viviamo in un modo pieno di confini: di razze, di etnie, di religiosità. “Non c’è nessun nuovo ordine globale e nessuna pace sulla terra. Esistono, al contrario, focolai di guerra disseminati un po’ su tutto il pianeta.” Vi sono sin troppi muri da abbattere. Troppi muri che ci dividono dal prossimo. Oggi dunque le parole di Parmitano pronunciate quasi un anno fa, ritornano più attuali e più vere che mai. Parole di speranza che dovrebbero essere messe al centro di qualsiasi progetto politico, economico, religioso che sia. Forse dovremmo un pò tutti, almeno una volta nella vita, correre lassù nello spazio e vedere il mondo dall’alto, per capire quanto infinitamente piccoli siamo, quanto ogni ragione o ogni odio sia infinitamente piccolo visto da lassù e di quanto stupidi siano questi “confini”. Al contrario rischiamo che il clima di terrore e di odio ci riporti nuovamente in un mondo di nazionalismi, di xenofobi, di esaltati ed estremisti, ponendo fine al sogno degli Stati Uniti di Europa. #Je suis Charlie
Luca
08/01/2015 20:54
JesuisCharlie Non voglio una vignetta satirica libera ne voglio mille.