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Vini di Sicilia, la guida del Giornale di Sicilia per orientarsi

Torna il volume dedicato alle nostre eccellenze enologiche. Il lavoro in collaborazione con Slow Wine e con il sostegno della Fondazione Federico II. Da venerdì in edicola

Centoventi produttori e il marchio Top che affianca ben cinquantaquattro vini e trentatré cantine. Sono solo alcuni numeri di un viaggio straordinario tra le viti siciliane raccontato nelle pagine di «Vini di Sicilia 2024», l’annuale guida del Giornale di Sicilia - in vendita da venerdì a 3,50 euro più il prezzo del quotidiano - realizzata per il settimo anno di fila in collaborazione con Slow Wine e per la prima volta sostenuta anche dalla Fondazione Federico II. Domani (30 novembre) «Vini di Sicilia 2024» sarà presentata alle 10 a Palazzo dei Normanni, dove prima della premiazione dei vini Top si terrà un talk a cui parteciperanno assessori regionali, produttori ed esperti che verterà sulla sostenibilità del settore enologico anche in relazione all’avanzare delle nuove generazioni che stanno dando nuova linfa al mondo del vino.

«Il settore enologico è sempre stato un fiore all’occhiello dell’isola - afferma il direttore del Giornale di Sicilia, Marco Romano -. Vogliamo stare al fianco dei produttori, molti dei quali sono giovani e tanti di loro hanno deciso di investire su un settore che ha vissuto e vive profonde difficoltà ma nel quale, in realtà, si crede ancora fortemente». Il direttore sottolinea, inoltre, l’importanza del sostegno della Fondazione Federico II a «Vini di Sicilia», guida di settore ormai da anni punto di riferimento per tanti siciliani: «Quest’anno la nostra guida assume un valore ancora più importante perché per la prima volta è sostenuta anche dalla Fondazione Federico II, grazie soprattutto alla sensibilità manifestata dalla direttrice Patrizia Monterosso, a cui va il mio ringraziamento, che ci ospiterà a Palazzo Reale per la premiazione e per un talk che riteniamo necessario per riflettere insieme ai produttori e agli esperti sulle criticità e sui punti di forza che caratterizzano il settore», conclude Romano.

Tra le criticità, ad esempio, che falcidiano il settore enologico i sempre più repentini cambiamenti climatici incidono particolarmente. «La vendemmia 2023 sarà ricordata come una delle peggiori di sempre, non per la qualità ma per le anomali condizioni climatiche che si sono vissute», spiegano Francesco Abate e Giancarlo Gariglio, curatori della guida. Nei mesi scorsi si è perso tra il 20 e il 40 per cento della produzione d’uva. Un vuoto «che metterà a dura prova l’economia delle cantine siciliane», proseguono. Tuttavia la Sicilia continua a rimanere una regione «unica nel suo genere con territori diversissimi tra loro e con la dovuta curiosità si possono scoprire cantine tra le più interessanti dell’intero panorama enologico nazionale».

Basta leggere la guida per accorgersene. Un giro nelle cantine in cui si toccano con mano impegno, dedizione, amore per la terra e rispetto della biodiversità.

E il numero dei vini considerati «Top» in tutta l’isola è considerevole. Ad esempio nella provincia di Agrigento sono cinque, dieci a Catania, quattro a Messina, otto a Palermo, cinque a Ragusa, quattro a Siracusa, la provincia trapanese ne colleziona ben quindici, uno a Caltanissetta. A proliferare, ed è una buona notizia per il comparto, sono le nuove aziende «tanto che questa guida non ne ha mai contenute così tante prima», spiegano Abate e Gariglio.

Non solo vino però. «Sono cresciute sia la qualità degli spumanti e dei frizzanti, sia dei vini rosa. Consolidati e meno estrattivi i vini delle due varietà internazionali chardonnay e syrah». Un mondo tutto da scoprire. Ma soprattutto da gustare.

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