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Dal tonno ai legumi: le mille varianti per condire la pasta

Nell’Isola l’imbarazzo della scelta per cucinare un primo. Dai patiti del pesce e dei frutti di mare alle zuppe salutari

La pasta traina l’export agroalimentare italiano e rappresenta una icona della italianità. Con sé porta un patrimonio di tradizioni e una infinità di ricette. In Sicilia in particolare sono tantissimi i patiti delle ricette con il pesce o con i frutti di mare ma tra autunno e inverno sono trendy anche le zuppe con i legumi.

Da un lato il pesce è uno dei tesori dell’Isola. E il comparto ittico è uno dei settori strategici della nostra economia. Da Sciacca a Mazara, alla Sicilia Orientale le nostre marinerie assicurano sulle nostre tavole l’arrivo di un prodotto di qualità organolettiche senza pari. Basta avere una pescheria di fiducia e l’affare è fatto: primi e secondi, pranzi e cene al sapore di mare sono assicurati.
Se siete appassionati dei prodotti di tonnara ecco allora che avete l’imbarazzo della scelta: cominciate dalla bottarga di tonno. Poi la «tunnina», il tonno rosso sotto sale. E il «Musciame» e la Ventresca sott'olio, il lattume di tonno, lattume sia fresco (a dadini, infarinato e fritto) che salato, la "ficazza", insaccato di tonno salato, il "pulmuneddru", polmone di tonno salato, il cuore di tonno, salato. E sono tantissime le ricette con questo pesce: raù ri tunnu, (ragù di tonno rosso fresco) cotto come un ragù di carne, ma farcendo il tonno con spicchi d'aglio (tolto poi a fine cottura) e foglie di menta. La Tunnina ca cipuddata, (tonno in agrodolce valorizzato dalla cipolla); le polpette di tonno fresco (fritte e al sugo) oltre alle fette spesse, i tranci fatti grigliare con le dovute spezie in quel barbecue che è la passione dei siciliani.

Dall’altro lato c’è il popolo che mangia «green». Partiamo sfatando un mito: mangiare vegano o vegetariano non è da ammalati, non è da intellettuali e non è da malinconici. E cucinare ricette vegane, non implica una tavola triste e senza sapore. Anzi, spesso e volentieri sono le verdure e le spezie a creare quell’irresistibile mix saporito che dà una sferzata alla dieta salutare.
E l’autunno nell’Isola da questo punto di vista è un vero viaggio gastronomico attraverso un’esplosione di colori e sapori originali e della tradizione. Frequente per la salute deve essere anche l'uso dei legumi. Ceci, fagioli, lenticchie, piselli: questi sono i più conosciuti e i più utilizzati, ma il panorama dei legumi è variegato, e le ricette sono infinite. Protagonisti di gustose zuppe e piatti caldi in autunno e in inverno. A maggior ragione ciò è vero in Sicilia dove i legumi sono uno dei tesori da riscoprire, tanto che i presidi Slow Food sono numerosi in questo campo per l’intera Isola. Si va dai fagioli «Badda» di Polizzi Generosa (bicolori e screziati, coltivati in quel paese da almeno due secoli) e «Cosaruciaru» di Scicli, alle fave «Cottoia» di Modica e «Larga» di Leonforte, e alle famosissime lenticchie di Ustica e Linosa e di Villalba.

Anche all’estero apprezzano sempre più i prodotti italiani. Infatti con un aumento dell’7,6% è record storico per l’export alimentare italiano nel mondo che nei primi otto mesi del 2023 raggiunge i 36,2 miliardi di euro in valore nonostante le tensioni internazionali sugli scambi mondiali di beni e servizi legati alla guerra in ucraina. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativi ad agosto 2023 che evidenziano un balzo per l’alimentare che cresce più del triplo del dato generale delle esportazioni, rispetto al 2022. Tra i prodotti il re dell’export si conferma il vino, davanti - continua Coldiretti - a frutta e verdura fresca, ma nel paniere del made in Italy all’estero recitano un ruolo importante anche principalmente la pasta, formaggi, olio d’oliva e salumi.

La pasta traina l’export dell’agroalimentare italiano: +7,6% nei primi 8 mesi del 2023 con un valore di 36,2 miliardi

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