Ricorre oggi (25 ottobre) il World Pasta Day la manifestazione che da oltre venti anni racconta il piatto principe della dieta Mediterranea. La ricorrenza mette al centro l'eccellenza italiana della pasta come simbolo del mangiar bene fatto di ricerca, emozione e creatività.
Le origini del nome
Le origini della pasta sono molto antiche: è presente in diverse parti del continente euroasiatico fin da tempi remoti, sviluppandosi dalle valli cinesi dell'Estremo Oriente, alle aree mediterranee della penisola italica. La pasta, infatti, era già ampiamente conosciuta ai tempi della Magna Grecia (Sud Italia) e dell'Etruria (Italia Centro-Occidentale), dove veniva però chiamata in altri modi.
Alimento ed elemento di unione
La pasta è considerata dal popolo italiano, oltre che un alimento, un elemento di unione condiviso in tutta l'Italia: essa è parte integrante della vita, della cultura popolare (semplice ma tradizionale) di tutti gli italiani, non solo della loro cucina, ma della loro stessa essenza, da sempre. Gli ambienti, i fenomeni e le atmosfere che girano e si creano intorno a un piatto di pasta, entreranno nell'immaginario collettivo riguardante l'italiano medio in tutta Europa e nel mondo intero, prima nella letteratura e nella musica durante il medioevo, poi nell'Opera e nel teatro del periodo rinascimentale e, infine, nel cinema, offrendo lo spunto per molti capolavori di fama internazionale, che sono da sempre parte dell'italianità.
Consumo raddoppiato negli ultimi dieci anni
La pastasciutta è un vero piatto tipico italiano, sazia, è e sarà un punto fermo della dieta. Un messaggio che sembra ben recepito in tutto il mondo: negli ultimi dieci anni il consumo di pasta è pressochè raddoppiato, da quasi 9 a 15 milioni di tonnellate.
Esistono oltre 300 formati, prende quota l'integrale
Leggendo le ultime stime, la produzione industriale vale 4,8 miliardi di euro e le oltre 120 aziende danno occupazione a circa 7500 addetti. Con la semola tradizionale ne esistono oltre 300 formati che rappresentano il 90% del mercato, ma prende quota l'integrale (con tassi di crescita nel nostro paese prossimi al 20%). Ogni italiano ne consuma 23 kg all'anno, con buon distacco sui pasta-lover di Tunisia (16 kg), Venezuela (12 kg) e Grecia (11,2 kg).
È corto il formato preferito, spaghetti al pomodoro ricetta principe
Secondo quanto emerge da una recente indagine condotta dall’istituto di ricerca Doxa in collaborazione con Unione italiana food 8 italiani su 10 preferiscono consumare un piatto di pasta in compagnia, ma il momento preferito per farlo è la cena. I formati più gettonati? La pasta corta, premiata dal 36% degli intervistati. Scorrendo le ricette più diffuse al primo posto gli spaghetti al pomodoro (33%), seguiti dalla carbonara (26%), dai rigatoni al ragù (22%) e dalla pasta al tonno con le olive (16%). La pasta si conferma un "comfort food": il 44% dei consumatori la associa a una condizione di benessere e relax, il 27% a un momento di serenità e il 21% a gioia e felicità.
La pasta negli altri Paesi del mondo
A livello globale, la pasta, con alcuni pochi formati derivati da diverse tradizioni è un alimento diffuso in tutto il mondo. Infatti, a dispetto delle diatribe sull'indicazione di un luogo geografico preciso per la selezione di questo tipo di alimento, i ritrovamenti e gli studi sulle origini delle paste alimentari dimostrano che, ricette a base di impasti di farina ed acqua, con eventuali altri ingredienti, sono stati creati indipendentemente e parallelamente in luoghi diversi del pianeta, anche se gli unici due posti in cui gli impasti sono considerati paste alimentari sono solo l'Italia e la Cina.
Spaghetto a mezzanotte? Migliora il sonno e non fa ingrassare
Uno studio pubblicato di recente sulla rivista scientifica The Lancet Public Health ha dimostrato che mangiare pasta a cena migliora il riposo notturno, e non fa ingrassare. Una buona notizia per quei 27 milioni di italiani che soffrono di disturbi del sonno: mangiare pasta a cena fa bene, rilassa, facilita il sonno e non fa ingrassare, anzi fa dimagrire. Lo studio dimostra che la pastasciutta può essere consumata nelle ultime ore del giorno, soprattutto se siamo stressati e soffriamo d'insonnia, grazie alla presenza di triptofano e vitamine del gruppo B. La ricerca potrebbe far cambiare abitudini a una larga fetta della popolazione italiana. Il 65% dei consumi di pasta avviene infatti a pranzo, mentre solo il 35% si concentra sulla cena.
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