Prima l’attribuzione dei seggi ai parlamentari, poi si comincerà a parlare di nomi per la giunta regionale anche se il presidente della Regione Renato Schifani vuole accelerare. Ma la «frenata» che alcuni dirigenti di FdI fanno trapelare non sposta più di tanto l’attenzione sul mondo dei meloniani che rivendicherebbero almeno tre assessori nel governo. A legittimare l’ambizione, al di là della percentuale raggiunta del 16%, contribuirebbe anche l’aspettativa di un quarto seggio su Palermo, che darebbe ulteriore forza al gruppo uscito dal responso delle urne.
Tra i papabili per un posto nel nuovo esecutivo ci sono Giusi Savarino e Alessandro Aricò, il cui nome gira anche per la presidenza dell’Assemblea regionale; nomi che si aggiungono a quelli circolati subito dopo lo scrutinio, quelli di Francesco Scoma (Lega) e Stefania Prestigiacomo (Fi). Se Aricò dovesse andare a occupare lo scranno più alto di Sala d’Ercole, si aprirebbero spazi anche per alcuni non eletti di FdI. Oltre a Brigida Alajmo c’è Francesco Scarpinato, che ha mancato pure l’elezione romana nel plurinominale, ma ha sostenuto la lista per le regionali candidandosi.
Sempre per la successione di Gianfranco Micciché cresce la quotazione di Gaetano Galvagno, sempre in quota FdI, e ritenuto vicino a Ignazio La Russa. Ma il quadro ancora è difficile da decifrare. Perché tra i nomi che circolano per la presidenza dell’Ars ci sono anche quelli di Roberto Di Mauro (Mpa), che ha ricoperto il ruolo di vicario negli ultimi cinque anni, e di Giorgio Assenza, sempre in quota Fdi, che ha guidato l’ufficio di questura. Ma a rivendicare ruoli di primo piano nei Palazzi che si affacciano su piazza Indipendenza ci potrebbero anche due pezzi da novanta: Edy Tamajo e Luca Sammartino. Mister 20mila preferenze.
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