Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Cereali: importazioni, clima e crisi Ucraina hanno tagliato la produzione in Sicilia. Scorte a rischio

Le importazioni dall'estero, la crisi internazionale, il maltempo e la mancanza di impianti di trasformazione. Sono i principali fattori che rischiano di azzerare le scorte di cereali in Sicilia. È la fotografia di Coldiretti che dalla elaborazione dei dati Istat fa emergere il dato delle importazioni di cereali dall’Ucraina che, nel solo primo trimestre del 2021 ammontano ad oltre 1,8 milioni di euro.

L'import riguarda soprattutto il grano tenero e mais ma con quella che si prevede un’annata difficile per il grano siciliano, si  ridurranno le scorte.

"Nella nostre regione – sottolinea Coldiretti Sicilia – l’anno scorso su circa 265 mila ettari sono stati prodotti oltre 7 milioni di quintali di grano duro. Rispetto al 2020 non si è seminato in centinaia di ettari  e negli ultimi 15 anni  sono migliaia  quelli non più coltivati a cereali.   Simbolica la superficie a grano duro nel 2009 che superava i 300 mila ettari.  Il nostro grano –  prosegue Coldiretti Sicilia  - va in altre Regioni  perché manca il segmento  della trasformazione: mandiamo grano, torna la pasta e la paghiamo di più".

Questo è un anno difficile per i cerealicoltori perché il maltempo dei mesi scorsi  ha provocato il ritardo della semina per via dei nei campi allagati. L’annata  sta continuando peggio  a causa degli altissimi costi di produzione già moltiplicati soprattutto quelli dei concimi e del carburante. In molte zone poi la siccità sta rallentando molto la crescita. Negli ultimi vent’anni il prezzo del grano è stato talmente basso che molti agricoltori hanno anche smesso di produrlo e adesso si corre il rischio di tranciare ulteriormente le aree coltivate perché al posto delle spighe ci saranno i pannelli fotovoltaici.

"Il grano duro italiano – conclude Coldiretti Sicilia – è pagato agli agricoltori nazionali meno di quello proveniente dall’estero da Paesi come il Canada dove è coltivato peraltro con l’uso del diserbante chimico glifosato in preraccolta, vietato in Italia".

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia