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In Sicilia imprese e consumatori lanciano l'allarme: dalla guerra l'ennesima batosta

Non solo energia elettrica. A cascata, i rincari 2022 hanno coinvolto quasi tutti i prodotti. E se la stangata su luce e gas era stata annunciata, con la guerra in Ucraina presto i prezzi subiranno un’altra impennata.

Girolamo De Luca al The king garden vende fiori e piante, in via Mattei, a Palermo. «I vasi - dice - sono aumentati del 40 per cento. Io compro a 10 euro e vendo a 14. Ma pure il prezzo dei fiori ormai è alle stelle. Prendiamo le gerbere, lo scorso anno costavano la metà: oggi una la compro 75 centesimi e la vendo a 1 euro mentre un mazzo di venti rose oscilla dai 30 ai 40 euro. Ma il problema più grande è dire alla clientela che pure noi siamo consumatori…».

Giada Lo Monaco che con la famiglia gestisce il bar Galatea, sempre a Palermo, ha dovuto ritoccare di un dieci per cento il prezzo dei prodotti «perché sono aumentate tutte le materie prime con cui lavoriamo, dalla farina alle mozzarelle. A rimanere uguale è rimasto solo il prezzo del caffè». Di prezzo del grano duro raddoppiato «da almeno tre mesi» parla anche Rosa D’Accardi del panificio gastronomia Arte bianca di via Saline, a Mondello, «tanto che un chilo di pane rimacinato ora costa 2,80 euro».

Ma la guerra in Ucraina (ancora) non c’entra. «Gli aumenti che vediamo oggi – dice Annibale Chiriaco, presidente della sezione agroalimentare di Sicindustria Palermo – derivano da quelli di gas e luce di ottobre e novembre, oltre che dallo scarso raccolto granario del 2021. Mentre ci vorranno circa tre mesi per quanto attiene gli aumenti dei prezzi nella filiera agroalimentare relativi alla mancanza di cereali, mais e grani provenienti da Ucraina e Russia. Questi si sommeranno agli aumenti già in vigore dallo scorso settembre».

Con Chiriaco concorda Lillo Vizzini, presidente di Federconsumatori Palermo. «Già in autunno farina, pane, pasta e prodotti da forno hanno subìto aumenti a due cifre – dice – ritengo che, in questo momento, bisogna mantenere i nervi saldi. E soprattutto aspettare le reali ricadute dell’intervento del governo sulle bollette di luce e gas, prima di pensare a nuovi aumenti. Per le fatture pervenute in queste settimane, chiedere subito, prima che scadano i termini di pagamento, la rateizzazione: molte società hanno sottoscritto accordi con le associazioni dei consumatori per andare incontro ai clienti, rateizzando le bollette».

Per Mario Ridulfo, segretario della Cgil Palermo, l’aumento dei prezzi e delle tariffe, a cominciare dai costi energetici, si sta già scaricando sui consumatori finali in maniera diretta e indiretta con l’aumento del prezzo di generi anche di prima necessità. «Lavoratrici, lavoratori e pensionati – dice Ridulfo – negli ultimi anni hanno perso potere d’acquisto dei propri salari e delle pensioni. Per questo, da tempo, diciamo che esiste una vera e propria epidemia salariale e, per questo, è necessario un fisco più giusto, che faccia pagare le tasse a tutti e non solo a quanti hanno già pagato. Ma serve anche un aumento dei salari e delle pensioni. Noi della Cgil stiamo già lavorando ad una nuova forma di contrattazione sociale e territoriale del sindacato, che, nel confronto con le istituzioni, a cominciare da quelle locali, devono prevedere servizi e welfare aggiuntivi per donne lavoratrici, per giovani, pensionati e lavoratori. Non possiamo vivere la crisi tre volte: prima quella pre-pandemia, poi quella della pandemia e adesso quella della incapacità della politica a dare risposte. E l’occasione del Pnrr deve far superare i ritardi strutturali della nostra società soprattutto in Sicilia e a Palermo».

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