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Reddito di cittadinanza: chi avrà 600 euro in più, tutti i nuovi requisiti

Con la legge di Bilancio 2022, un'ampia fascia di cittadini potrà godere di aumenti che possono arrivare anche a 2.100 euro all’anno

Reddito di cittadinanza

Anno di novità per alcuni percettori del reddito di cittadinanza. Con la legge di Bilancio 2022, un'ampia fascia di cittadini potrà godere di aumenti, a partire da 600 euro all’anno.

Reddito di cittadinanza, a chi spetta l'aumento

L'aumento spetta ai percettori del reddito di cittadinanza che hanno figli con meno di 21 anni a carico e la misura è collegata all’assegno unico. In pratica, chi usufruisce del reddito vedrà calcolato l’assegno unico sulla base dell’importo del sussidio stesso. L’incremento minimo per figlio a carico minorenne è di 50 euro al mese, quindi 600 euro all’anno. L’importo sale fino a un massimo di 175 euro mensili nel caso di Isee molto bassi, quindi 2.100 euro all'anno. Per i figli maggiorenni l’importo dell’assegno è ugualmente proporzionato all’Isee del nucleo familiare, ed è riconosciuto per i figli maggiorenni da 18 a 21 anni con un importo massimo di 85 euro fino ad un valore minimo di 25 euro al mese.

Reddito di cittadinanza, come ottenere l'aumento

I percettori del reddito di cittadinanza non dovranno fare nulla per ottenere l'aumento perchè scatta in automatico; il calcolo verrà effettuato direttamente dall’Inps. Da marzo, chi ha diritto alla maggiorazione la riceverà senza dover fare nulla.

Reddito di cittadinanza, chi lo può perdere

C'è chi rischia di perdere il reddito di cittadinanza. Per continuare ad ottenerlo bisogna aggiornare la Dsu e l’Isee 2022 entro il 31 gennaio. Aggiornandolo vengono garantiti anche gli aumenti.

Reddito di cittadinanza, previste riduzioni

Aumenti ma anche riduzioni. Ci saranno anche percettori che incasseranno meno soldi. Si tratta di coloro che continuano a rifiutare le proposte di lavoro. Il consiglio dei ministri ha decretato una riduzione dell’importo del reddito di cittadinanza in caso di rifiuto dell’occupazione. Si tratta di 5 euro al mese in meno per ogni lavoro non accettato. Il provvedimento esclude chi percepisce meno di 300 euro mensili. In casi estremi è prevista anche la revoca totale dell’assegno.

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