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Reddito di libertà, 400 euro al mese destinati alle donne. Le regole per ottenerlo

Arriva il "reddito di libertà" destinato alle donne vittime di violenza in condizione di particolare vulnerabilità o di povertà. Si tratta di un fondo istituito per favorire percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza attraverso l'indipendenza economica.

Reddito di libertà, chi può richiederlo

Viene erogato per dodici mensilità a beneficio di donne nelle seguenti vittime di violenza; sole o con figli minori; seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali nell’ambito dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Destinatarie del contributo sono le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie oppure, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno. Alle cittadine italiane sono equiparate le straniere aventi lo status di rifugiate politiche o lo status di protezione sussidiaria.

Reddito di libertà, a quanto ammonta

Il reddito di libertà è riconosciuto dall’Inps con un contributo nella misura massima di 400 euro mensili pro capite, in un’unica soluzione per massimo dodici mesi, entro il limite delle risorse assegnate a ciascuna Regione o Provincia autonoma. Scopo del Reddito di libertà è sostenere “prioritariamente le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale nonché il percorso scolastico e formativo dei / delle figli / figlie minori”.

Reddito di libertà, come presentare la domanda

È stata predisposta una specifica piattaforma di collegamento con i Comuni italiani che permetterà di inoltrare l’istanza redatta dalle interessate. La Circolare Inps numero 166 dell’8 novembre 2021 specifica, infatti, che la domanda deve essere presentata "dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, per il tramite del Comune competente per residenza". La condizione di bisogno straordinaria o urgente dell'interessata è dichiarata dal servizio sociale professionale di riferimento. Alla richiesta che dovrà essere predisposta su un apposito modello Inps dovrà essere allegata la dichiarazione firmata dal rappresentante legale del Centro antiviolenza che ha in carico l’interessata, che ne attesti il percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso e la dichiarazione del servizio sociale professionale di riferimento, atta a rilevare lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente.

Reddito di libertà, la legge

È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 20 luglio scorso, il DPCM che istituisce il Reddito di libertà, un contributo con lo scopo di favorire l’indipendenza economica e l’autonomia delle donne vittime di violenza in condizioni di povertà. Il Decreto del presidente del consiglio dei ministri, datato 17 dicembre 2020, attua le misure previste dal D.l. “Rilancio” (Decreto legge n. 34/2020 convertito in Legge n. 77/2020), con cui sono stati riconosciuti tre milioni di euro di risorse aggiuntive a beneficio del “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”, nell’ambito del già attivo “Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità” creato presso la Presidenza del consiglio dei ministri.

Reddito di libertà, quando verrà ricevuto il pagamento

Il pagamento sarà erogato utilizzando la data di ricezione delle domande come criterio di priorità, ed entro il limite delle risorse pubbliche assegnate a ciascuna regione.

Le regioni che avranno le quote maggiori del reddito di libertà

L'ammontare delle risorse pubbliche destinate dipende dall'incidenza della popolazione femminile compresa tra i 18 e i 67 anni. Per cui, le quote maggiori andranno a: Lombardia (491.595); Campania (345.087); Lazio (277.928); Sicilia (274.320)e Veneto (238.055).

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