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Coronavirus, allarme nei cieli: voli cancellati e meno passeggeri, gli aeroporti più colpiti

Precauzioni in aeroporto

Il coronavirus ha effetti traumatici anche sul trasporto aereo. Lo evidenzia la Iata diffondendo i dati di gennaio: il traffico passeggeri a livello mondiale è cresciuto del 2,4%, secondo l'Associazione internazionale del trasporto aereo, in forte frenata dal +4,6% di dicembre, incremento mensile più basso da aprile 2010. "Gennaio è solo la punta dell'iceberg in termini di impatto sul traffico che stiamo vedendo a causa dell'epidemia del coronavirus, visto che le maggiori restrizioni nei voli sono iniziate non prima del 23 gennaio. Tuttavia è già sufficiente per causare la crescita più bassa in quasi un decennio", spiega il ceo della Iata Alexandre de Juniac.

La crescita registrata a gennaio (+2,4%), infatti, è il livello più basso dall'aprile 2010, quando - ricorda la Iata - ci fu la crisi causata dalla cenere provocata dall'eruzione di un vulcano islandese, che portò a massicce chiusure degli spazi aerei e cancellazioni nei voli. A gennaio, inoltre, evidenzia l'Associazione internazionale del trasporto aereo, la capacità degli aeromobili è cresciuta dell'1,7% e il 'load factor' ha segnato un aumento di +0,6 punti percentuali all'80,3%.
In particolare, il traffico passeggeri internazionale è cresciuto del 2,5%, in frenata dal +3,7% del mese precedente.
Mentre la domanda di traffico nazionale segna un +2,3%, grazie alla forte crescita negli Usa che ha contribuito a mitigare l'impatto del forte calo nel traffico domestico cinese. Proprio i voli interni alla Cina, infatti, hanno registrato a gennaio una contrazione del 6,8%, riflettendo l'impatto - evidenzia la Iata - delle cancellazioni di voli e delle restrizioni nei viaggi legate al Covid-19.
"L'epidemia del Covid-19 è una crisi globale che sta mettendo alla prova la resilienza non solo delle compagnie aeree, ma di tutta l'economia globale. Le compagnie stanno assistendo a cali a doppia cifra della domanda, e molte rotte sono collassate", osserva de Juniac. "In questa emergenza, i governi devono considerare nella loro risposta il mantenimento dei collegamenti aerei", aggiunge.

FALCONE BORSELLINO. Complessivamente i passeggeri sono in aumento all'aeroporto di Palermo. Nei primi due mesi del 2020 l'aeroporto mantiene il trend positivo: +2,89 per cento rispetto al 2019. Secondo i dati dell'ufficio statistiche della Gesap, la società di gestione dello scalo palermitano, a gennaio c'è stato un incremento dei passeggeri del 6,96 per cento (425.886 contro 398.157 nel 2019), ma a febbraio è stata registrata la flessione dell'1,41 per cento (372.827 contro 378.156 nel 2019), anche a causa del calo tra il 30 e il 40 per cento dei viaggiatori nell'ultima settimana di febbraio per l'emergenza sanitaria. Il saldo sull'anno, ha comunque precisato la Gesap, rimane comunque positivo con +2,89 per cento.

LINATE E MALPENSA. Più grave l'effetto Coronavirus nei due scali milanesi: dal 15 febbraio al 2 marzo si è registrato un calo dei passeggeri del 49,7%. Questo perché meno gente viaggia ma anche perché tante compagnie hanno deciso di cancellare i voli (una ventina hanno deciso lo stop) o di ridurli. A Malpensa da 15 febbraio al 2 marzo il calo di viaggiatori è stato del 45% mentre a Linate del 61,8.

BERGAMO. Brusco crollo dei passeggeri anche all'aeroporto di Orio al Serio a Bergamo, che ha comunque chiuso il primo bimestre dell'anno ancora in segno positivo (+2,3%) nonostante i riflessi negativi dell'emergenza coronavirus.
Sono dati della società di gestione Sacbo, secondo la quale nel corso dell'ultima settimana la riduzione è stata in media del 30%, soprattutto per passeggeri prenotati che rinunciano a viaggiare (i cosiddetti 'no show'). Il fenomeno si è progressivamente accentuato e, unito alla sospensione di voli e frequenze, ha fatto segnare una riduzione di passeggeri del 60% nella giornata di martedì 3 marzo. Le limitazioni delle destinazioni imposte dai governi ha comportato l'interruzione delle rotte operate con Istanbul, Tel Aviv e Eliat in Israele, Amman e Aqaba in Giordania, Praga e Brno in Repubblica Ceca, Tblisi in Georgia, Sal a Capo Verde. A queste si aggiunge la momentanea sospensione del collegamento tra Milano Bergamo e Roma Fiumicino di Alitalia.

LUFTHANSA. La situazione non è rosea neppure in Europa. Il gruppo Lufthansa ha tagliato il suo programma di volo per la crisi del coronavirus di circa 150  aerei. Le comunicazioni della scorsa settimana sono state quindi messe in atto, ha reso noto un portavoce da Francoforte. Il numero di aerei vale per l'intero gruppo, che conta circa 750 velivoli di trasporto passeggeri.

Come annunciato dal gruppo Lufthansa in una nota dei giorni scorsi, disponibile sul sito internet della compagnia, l'offerta di voli in diverse parti d'Italia in marzo subirà una riduzione. Le mete italiane che avranno una copertura minore saranno: Milano, Venezia, Roma, Torino, Verona, Bologna, Ancona e Pisa. Anche le rotte interne alla Germania saranno ridotte sempre a causa di una contrazione della domanda.

FALLISCE FLYBE. Dalle difficoltà al dramma. Come nel caso della compagnia aerea a basso costo britannica Flybe, una delle più grandi del Paese, che è collassata sotto il peso di costanti bilanci in rosso: tutti i voli sono stati cancellati e, in un comunicato pubblicato online, la società ha invitato i passeggeri che avevano prenotato voli a non recarsi più in aeroporto. Secondo una fonte anonima della compagnia citata dalla Bbc l'impatto del coronavirus sul settore dei trasporti aerei ha contribuito a far precipitare la situazione. Da parte sua, la Flybe non cita mai il virus nella nota pubblica online limitandosi ad annunciare che da oggi è in amministrazione controllata.
Con oltre 2.000 dipendenti, la compagnia aerea basata a Exeter (Devon) era stata acquistata l'anno scorso da un consorzio a cui partecipa anche Virgin Atlantic: prima dell'acquisizione la Flybe perdeva circa 20 milioni di sterline l'anno (circa 23 milioni di euro) e già a gennaio aveva evitato la chiusura per un soffio.

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