Oltre 200 mila beneficiari del reddito di cittadinanza convocati tra settembre e metà novembre dai Centri per l'Impiego e circa 18 mila di loro hanno trovato lavoro. A diffondere il dato è l'Anpal che insieme alle Regioni e con il ricorso ai navigator e ai centri per l'impiego, da settembre gestisce la cosiddetta fare 2 della misura.
Dopo le polemiche sul numero dei beneficiari che sono stati avviati ad una occupazione, il presidente dell'Anpal Mimmo Parisi ha deciso di intervenire per evitare la diffusione di "notizie e dati non verificati".
Lunedì 2 settembre sono scattate le prime convocazioni secondo quanto prevede il Patto per il lavoro. Il reddito di cittadinanza, infatti, comporta obblighi per i beneficiari. In particolare i titolari di reddito di cittadinanza e della carta devono compilare un modulo, indicando i dati anagrafici e le proprie competenze lavorative e le precedenti esperienza. Una volta convocati devono svolgere una serie di attività previste dal Patto per il lavoro. Ovvero collaborare alla redazione del “bilancio delle competenze”; frequentare eventuali corsi di formazione e riqualificazione professionale, sostenere colloqui psicoattitudinali e prove di selezione per una eventuale assunzione;
ricercare attivamente un’occupazione; accettare almeno una delle tre offerte di lavoro congrue, ovvero che riguardano sedi distanti non più di 100 chilometri dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibili in 100 minuti con i mezzi pubblici (in caso di prima offerta), entro duecentocinquanta chilometri se si tratta di seconda offerta ovvero su tutto il territorio nazionale se è la terza.
Superato il primo anno di sussidio è, invece, considerata congrua un’offerta entro 250 chilometri dalla residenza del beneficiario se si tratta di prima o seconda proposta, ovvero collocata su tutto il territorio nazionale se invece è la terza.
In caso di rinnovo del Reddito di cittadinanza è congrua l’offerta sull’intero territorio nazionale, anche se è la prima.
Se all'interno del nucleo familiare sono presenti disabili, la distanza tra residenza e sede di lavoro non può superare i 250 chilometri sia che si tratti di terza offerta di lavoro che di rinnovo del sussidio.
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