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Partite Iva, così cambiano gli acconti: in arrivo le scadenze

La riduzione al 50% degli acconti per la scadenza del 2 dicembre per le partite Iva si applica anche ai contribuenti forfettari e minimi. Lo prevede il decreto fiscale collegato alla manovra.

Inoltre, i soggetti Isa interessati dalla riduzione degli acconti, i forfettari e i minimi potranno versare al 50% (invece del 60%) anche gli acconti sulla cedolare secca, l’Ivie (la patrimoniale sugli immobili all’estero) e l’Ivafe (la patrimoniale sulle attività finanziarie all’estero).

I BENEFICIARI. L'Agenzia delle Entrate in una nota precisa che la modifica «si applica ai soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli Isa e che dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore al limite stabilito per ciascun indice dal relativo decreto ministeriale di approvazione nonché ai contribuenti che, trovandosi nelle condizioni descritte sopra, applicano il regime fiscale di vantaggio o quello forfetario, determinano il reddito con altre tipologie di criteri forfetari ovvero ricadono nelle altre cause di esclusione dagli Isa».

In sostanza, per loro «il Dl fiscale ha rimodulato la misura dei versamenti della prima e della seconda rata degli acconti dovuti per le seguenti imposte: Irpef, Ires, Irap, imposte sostitutive delle imposte sui redditi e dell’Irap dovute dai contribuenti forfettari, cedolare secca per canoni di locazione, Ivie (imposta dovuta sul valore degli immobili situati all’estero) e Ivafe (imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero)».

I VERSAMENTI. I contribuenti che versano la prima rata del 40%, entro il 30 novembre dovranno versare la seconda rata nella misura del 50%. Inoltre, chi non era tenuto a versare la prima rata, sempre entro il 30 novembre effettuerà un unico versamento nella misura del 90 per cento.

LE NUOVE PARTITE IVA. Intanto, il Mef comunica che nel terzo trimestre del 2019 sono state aperte 101.498 nuove partite Iva ed in confronto al corrispondente periodo dello scorso anno si registra un incremento del 5,7%. La distribuzione per natura giuridica mostra che il 72,3% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 21,6% da società di capitali, il 3,2% da società di persone; la quota dei "non residenti" ed "altre forme giuridiche" rappresenta complessiva mente il 2,5% del totale delle nuove aperture.
Rispetto al terzo trimestre del 2018, le persone fisiche evidenziano un apprezzabile aumento (+8,3%), dovuto in particolare alle nuove adesioni al regime forfetario: nel periodo in esame 49.171 nuovi avvianti hanno aderito al regime (48,4% del totale delle nuove aperture), con un aumento del 30,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Le forme societarie accusano invece un calo: -3,6% per le società di capitali e -4,9% per le società di persone. Da segnalare inoltre il notevole aumento delle aperture da parte di soggetti non residenti (+44%), come già rilevato in altri trimestri, legato allo sviluppo della web economy.

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