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Guerra alla plastic tax da Sicindustria a Coldiretti: i prodotti colpiti dai rincari

Guerra alla tassa sulla plastica, imposta da 1 euro al chilo prevista dalla bozza della prossima legge di Bilancio. I prodotti colpiti saranno le bottiglie di plastica, le buste e le vaschette in polietilene monouso (come quelle che contengono l’insalata), ma anche il tetrapak del latte o i contenitori dei detersivi.

La stangata non risparmia il polistirolo, i tappi e le etichette di plastica. Verranno tassati anche i manufatti in plastica usati per la protezione o per la consegna delle merci (packaging per elettrodomestici, computer o altre apparecchiature), i rotoli in plastica pluriball e le pellicole e film in plastica estensibili.

Ora contro la tassa sulla plastica scende in campo anche la Coldiretti: la plastic tax colpisce 2/3 della spesa a tavola delle famiglie e rischia di penalizzare a cascata l'intera filiera agroalimentare dove si concentra il 76% degli imballaggi in plastica.

Secondo la Coldiretti, l'ultima proposta fiscale contenuta nella manovra rischia di colpire settori produttivi determinanti del Made in Italy dal latte alla carne, dalla frutta alla verdura.

Con la plastic tax, spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini "c'è anche il rischio che il costo venga scaricato sugli anelli più deboli della filiera: da una parte sugli agricoltori ai quali verrà chiesto di ridurre ulteriormente i margini di reddito e dall'altra consumatori finali e alimentare, principale voce di spesa delle famiglie con 244 miliardi di euro all'anno".

Gli aumenti sono inevitabili e lo ha ammesso lo stesso ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Peppe Provenzano. Ma saranno incrementi minimi: "Leggo proclami. Ci batteremo contro la plastictax. Legittimo, ma in concreto, cosa comporterà? Comporterà che una bottiglietta d'acqua usa e getta costerà 4 centesimi in più".

Per gettare acqua sul fuoco il governo tende una mano ai produttori di plastica che il premier Giuseppe Conte è pronto a incontrare per spiegare che non ci sono intenti punitivi ma la volontà di imprimere una svolta green dell'economia.

Mentre il leader M5S Luigi Di Maio difende a spada tratta la misura con cui l'Italia "ha deciso di cominciare una conversione veloce" del sistema produttivo, tacciando chi frena di essere alla mera ricerca "di voti", Palazzo Chigi cerca la mediazione. Con l'obiettivo, insieme alle aziende coinvolte e agli esperti del settore, di rendere più efficace e sostenibile il nuovo prelievo da 1 euro al kg pensato per i prodotti inquinanti e monouso. Il distretto emiliano, la 'Packaging Valley' con 230 aziende e 17mila occupati, continua a respingere la plastic tax, che rischia di fare aumentare del "110%" il costo delle materie prime, e chiede piuttosto un piano più organico di incentivi per la transizione alla produzione di bio plastiche.

Anche Sicindustria ieri si è schierata contro la tassa: "Stop a tasse populiste che non hanno alcuna finalità ambientale, penalizzano i prodotti e non i comportamenti, e rappresentano unicamente un'imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese".

Per quanto riguarda il comparto della plastica, la Sicilia conta una ventina di imprese con un fatturato complessivo di circa 700 milioni e 2.500 dipendenti. Se a questi numeri si aggiunge anche l'indotto, vengono superati abbondantemente il miliardo di euro di fatturato e i 4.000 dipendenti. "Si tratta evidentemente - aggiunge Albanese - di comparti importanti per la nostra economia che verrebbero penalizzati in una fase congiunturale, interna e internazionale, in cui si moltiplicano i segnali di una nuova recessione, che nel Mezzogiorno, purtroppo, è già realtà".

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