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Macellazione clandestina, Crocetta: maxi-rotazione dei veterinari Asp in tutta la Sicilia

Rosario Crocetta

PALERMO. Dopo la maxi operazione a Messina che ha svelato un giro di carni macellate senza controlli sfociata in 33 misure cautelari col coinvolgimento di veterinari e amministratori pubblici infedeli, il governatore della Sicilia Rosario Crocetta ribadisce che dietro il business c'è la mano di Cosa nostra. «La mafia - accusa - ha il controllo del mercato alimentare delle carni e gestisce la macellazione clandestina».

E parla di «situazione terrificante, basti pensare che solo nelle provincia di Messina l'anno scorso abbiamo registrato il furto di 30 mila ovini e di 6 mila bovini».

Denuncia che il presidente della Regione aveva fatto subito dopo il fallito attentato a Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi che sta conducendo una battaglia contro i pascoli in mano alle famiglie mafiose dei tortoriciani e di Barcellona Pozzo di Gotto. «Avevamo detto che era la spia di una realtà sommersa e che non sarebbe finita lì. Quel fatto non sarebbe rimasto impunito e siamo andati fino in fondo. Quando creammo il comitato di sicurezza in presenza del ministro Alfano - afferma - dissi che il problema dei Nebrodi non riguardava solo l'acquisizione dei terreni per i pascoli per innescare un meccanismo di truffe miliardarie nei confronti dello Stato, della Regione e dell'Ue per accedere alle contribuzioni. Noi abbiamo iniziato a fare i protocolli di legalità, perchè qui la materia non è solo la truffa ma l'attentato all'incolumità e alla vita delle persone, legata alla macellazione clandestina di carni, con dati impressionanti».

Nell'inchiesta della Procura di Messina sulla macellazione irregolare, «la Regione non è stata parte passiva», spiega Crocetta, «gli inquirenti non hanno trovato una Regione che copriva le carte o non le recuperava, ma una istituzione che ha fornito la massima collaborazione».

Il fenomeno, secondo la commissione speciale istituita proprio dalla Regione, sarebbe vasto e incontrollato. Su circa 200 casi di brucellosi umana registrati in Italia, nel 2016 ben 130 si sono verificati nella zona sud dell'area metropolitana di Messina. E L'incidenza dei casi di tubercolosi bovina risulta pari al 3,75% rispetto alle aziende controllate, a fronte di una media nazionale dello 0,2%.

«È un dato enorme e allarmante», spiega il veterinario Vincenzo Di Marco, a capo della commissione speciale. Alla luce del coinvolgimento di alcuni veterinari nell'indagine di Messina, la Regione ha deciso di avviare una maxi-rotazione in tutte le Asp siciliane, cominciando da quella della città sullo Stretto.

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