ROMA. Continua a crescere l'ecommerce e ormai viene acquistato sul web quasi un regalo di Natale su tre (il 29%), mentre calano i centri commerciali, pur restando al primo posto nelle scelte delle famiglie.
Secondo il sondaggio natalizio di Confesercenti e Swg gli acquisti di Natale saranno ripartiti abbastanza equamente tra i principali canali di vendita: i centri commerciali raccolgono il 37% delle preferenze, in calo rispetto al 39% del 2015.
Seguono, al secondo posto, negozi e mercatini della distribuzione tradizionale, che raccolgono il 31% delle indicazioni, l'1% in meno dello scorso anno.
In terza posizione, ma in crescita del 2% sul 2015, l'ecommerce: quest'anno a scegliere di fare doni sul web sarà il 29%.
«La stagione natalizia 2016 - spiega il presidente di Confesercenti, Massimo Vivoli - è un banco di prova importante per i consumi, e, in particolar modo, per i negozi tradizionali: sono infatti proprio le attività di quartiere che hanno pagato in questi anni il conto più salato della crisi. Sarebbe bello se, anche per questo, gli italiani scegliessero i negozi tradizionali per i loro regali di Natale».
«Il 2016 è stato un anno difficile, ma rallentamento economico ed instabilità politica non bastano ad abbattere il Natale», secondo il sondaggio di Confesercenti e Swg in occasione delle festività natalizie.
La spesa media prevista per i regali sarà di 600 euro a famiglia, un risultato sostanzialmente in linea rispetto a quello dello scorso anno (609 euro). Aumentano, però, i nuclei familiari in difficoltà: quest'anno quattro su 10 stimano di spendere meno di 250 euro.
E, specularmente, sale la quota di persone che spenderanno più di 800 euro (dal 13% dello scorso anno al 17%, oltre uno su sei). In media, ogni italiano comprerà sette doni, ma c'è un 16% che stima di arrivare fino a 20. Anche perchè, quando arriva il Natale, gli italiani non rinunciano al valore simbolico del regalo: il 58% ha l'abitudine di donare ai propri cari, senza escludere nessuno, almeno una strenna natalizia simbolica.
Ma c'è anche un altro 31% del campione che dichiara, invece, di concentrarsi principalmente sui bambini ed un altro 11% che ammette di comprare un presente solo ai più piccoli.
Questo Natale quasi un italiano su due (il 47%) segnala di vivere con meno certezze rispetto al 2015 e una quota simile (il 42%) ritiene che l'Italia peggiorata dal punto di vista economico e sociale, mentre solo il 17% intravede un miglioramento.
Il sondaggio natalizio di Confesercenti e Swg mostra un sentiment negativo forte soprattutto nell'età di mezzo: nelle persone tra i 34 ed i 54 anni, infatti, la quota di chi segnala un deterioramento del Paese arriva a toccare il 53%, più di uno su due. Le difficoltà emergono ancora più nettamente se si limita l'analisi ai comportamenti di spesa: il 72% degli intervistati ammette di aver ridotto le spese anche quest'anno, contro un 5% che le ha invece aumentate.
In ogni caso l'esito del referendum pesa poco sull'atmosfera natalizia - solo il 13% ritiene che possa incidere negativamente - ma altrettanto non si può dire del quadro politico emerso dopo il voto, che rende più incerto il 45% degli intervistati.
A preoccupare di più, però, sono ancora altre questioni: in primis l'aumento dei flussi di migranti e rifugiati ed il rallentamento dell'economia, rispettivamente segnalati dal 47 e dal 46% degli intervistati come gli eventi che hanno maggiormente contribuito a creare incertezza sociale ed economica. Ma incidono anche Brexit ed emergenza terrorismo (entrambi indicati dal 20%), così come i terremoti dell'Italia centrale (17%).
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